Michele Merlo: la leucemia non fu diagnosticata in tempo. Ora c’è un indagato per omicidio colposo

10 Dic 2021 15:28 - di Luisa Perri
Michele Merlo

Nel registro degli indagati per la morte di Michele Merlo sarebbe stato scritto un nome. Come riporta l’Ansa, a sei mesi dal decesso del rosatese, ci sarebbe un’importante svolta nelle indagini partite dalla procura di Bologna ed arrivate nelle scorse settimane a Vicenza. L’accusa è di omicidio colposo.

La morte di Mike Bird, così lo ricordano gli spettatori di Amici, poteva essere evitata? Secondo gli inquirenti sì. Il 28enne veneto è morto per le conseguenze di un’emorragia cerebrale provocata da una leucemia fulminante. Da quel giorno papà Domenico Merlo, ex carabiniere e mamma Katia hanno chiesto di fare luce. “Voglio giustizia per mio figlio” ha gridato papà Domenico, già impegnato in politica come responsabile del circolo Rosà di Fratelli d’Italia. All’ospedale di Bologna, dove partì l’indagine, non furono riscontrate anomalie ma importanti risvolti sono emersi nelle scorse ore, con il passaggio di procure.

Michele Merlo e quella leucemia che nessuno aveva diagnosticato

Inizialmente, dopo l’autopsia e le verifiche dei carabinieri del Nas, non era emersa alcuna responsabilità in capo ai medici degli ospedali bolognesi. Avevano avuto in cura l’ex concorrente di «X Factor» e di «Amici» fino alla morte, avvenuta il 6 giugno.

Se è vero infatti che la morte è avvenuta a Bologna e che il 28enne era già stato visitato al Pronto soccorso di Vergato, per gli inquirenti le eventuali responsabilità sono invece da individuare nelle fasi antecedenti, sulle condotte del suo medico di famiglia di Rosà (Comune dove abitava il cantante) e del Pronto soccorso di Cittadella, Padova, (strutture, queste, dove sono stati già inviati gli ispettori della Regione Veneto).

Come riporta il Corriere del Veneto i periti che hanno svolto l’autopsia – il professor Antonio Cuneo e il dottor Matteo Tudini – quando Merlo si presentò a Vergato, il giovane cantautore non si sarebbe comunque potuto salvare. Ecco perché il fascicolo di Bologna (senza indagati) è stato inoltrato alla procura di Vicenza. «Il 26 maggio Michele – ricorda papà Domenico – si presentò al Pronto soccorso di Cittadella con dolori e uno strano ematoma alla gamba. Ma tre ore dopo il triage in codice bianco, era ancora in attesa. Così, scocciato, andò via». Michele Merlo, lasciato il Pronto soccorso, il pomeriggio del 26 maggio, si presentò in quello studio, dal suo medico. Ma anche lui non colse la gravità della situazione

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *