I partiti dinanzi alla mossa di Draghi: solo il Pd apre a SuperMario, ma il M5S reagisce male

23 Dic 2021 17:49 - di Riccardo Angelini

I giornali hanno scritto che la mossa di Mario Draghi ha spiazzato i partiti. Alcuni si sono spinti a scrivere che il premier ha dato un colpo di acceleratore per bloccare l’avanzata della candidatura di Silvio Berlusconi. In ogni caso le risposte non si sono fatte attendere.

Il centrodestra nel vertice odierno ha ribadito che sarà compatto nel sostenere una posizione condivisa nell’elezione del nuovo Capo dello Stato e la posizione non potrà che coincidere con le ambizioni di Silvio Berlusconi. Ma non c’è solo questo aspetto: il fatto è che se Draghi sale al Colle il governo dovrebbe continuare con la stessa maggioranza ma Matteo Salvini non se la sente di restare con il Pd in assenza di un premier prestigioso come Draghi. E quindi potrebbe fare un passo indietro che porterebbe il paese dritto alle elezioni.

Solo dal Pd – sottolinea la Stampa – filtra una delle posizioni più aperturiste nei confronti del premier: «Bene Mario Draghi – dicono fonti del Nazareno – condividiamo il giudizio positivo sul bilancio dell’anno di governo e anche l’auspicio che la legislatura vada avanti fino al suo termine naturale con una continuità nell’azione di governo». La «continuità» sarebbe preferibile con Draghi a Palazzo Chigi, ma i democratici non si mettono di traverso a una sua elezione al Quirinale: l’importante, viene sottolineato, è che le due partite – quella del Colle e quella del governo – siano giocate insieme.

Ma il M5S che per prima cosa intende scongiurare le elezioni anticipate, non fa mistero di non gradire affatto la possibilità che Draghi lasci Palazzo Chigi per il Quirinale. SuperMario deve restare al suo posto perché c’è ancora tanto lavoro da fare. Non ha fretta di prendere posizione Matteo Renzi per il quale tutto ancora può succedere. Soprattutto Renzi ci tiene a dire che la maggioranza che elegge il presidente della Repubblica può essere diversa da quella che sostiene il governo. Il contrario, insomma, dell’auspicio di Draghi.

“Nel 2015 scegliemmo Mattarella – afferma Matteo Renzi in un’intervista a Repubblica – e non tutta la maggioranza di governo fu d’accordo: alcuni partiti erano scettici o contrari. Oggi possiamo dire che aver individuato Sergio Mattarella e’ stato un bene per l’Italia. Ma sette anni fa la maggioranza parlamentare fu diversa dalla maggioranza presidenziale: il Quirinale fa sempre storia a sé”.

“Io penso che Draghi sarebbe un ottimo presidente della Repubblica come penso che sia un ottimo premier”, continua Renzi che suggerisce di “abbassare i toni”, per il semplice motivo che “questa discussione va ripresa il 10 gennaio, non prima”.

Secondo il leader di Iv “inserire Draghi nel calderone dei nomi oggi serve solo a gettare fumogeni. Fino al 24 gennaio lasciamo che Draghi si occupi di terza dose, di Pnrr, di ripresa economica. Poi tutti insieme sceglieremo l’inquilino migliore per il Colle. Parlarne oggi – conclude – e’ come discutere dello scudetto ad agosto. Io non partecipo al fantamercato, mi concentro sulle vere priorità'”.

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