Tentazione proporzionale: l’ultima carta per sbarrare al centrodestra la strada del governo
Si pensa, ma non si dice. Un po’ come accade(va) per i sogni proibiti. Nel nostro caso, l’oscuro oggetto del desiderio di molti protagonisti della politica italiana è il sistema elettorale proporzionale. Lo caldeggia un fronte variegato e trasversale, silenzioso soprattutto, e comunque in grado di dissimulare molto bene l’obiettivo. Prendete Matteo Renzi: nonostante il centrismo sia il vero special guest della sua Leopolda, continua a dire che gli va bene anche l’attuale Rosatellum. Ma è depistaggio: fin tanto che si voterà con una legge elettorale che premia le coalizioni, il centro avrà solo una funzione ancillare. A destra come a sinistra.
Al sistema proporzionale puntano in molti
Ragion per cui, chi lavora a rianimarne uno autonomo dai due poli deve necessariamente riesumare il proporzionale dal sarcofago della Prima Repubblica. Paradossalmente, è quel che sperano anche i 5Stelle. Sanno bene che solo il ritorno al passato li salverebbe (parzialmente) da un futuro altrimenti disastroso. Ma anche nel Pd c’è chi partecipa alla seduta spiritica nella certezza che l’attuale Rosatellum porti bene solo agli avversari. Già, ma per quanto questa convinzione contenga una briciola di verità, non è affatto scontato che un eventuale addio al maggioritario faccia disperare l’intero centrodestra.
L’enigma Forza Italia
Del resto, a tessere la tela centrista devono contribuire segmenti di entrambi gli schieramenti. Renzi, Calenda (che il proporzionale l’ha espressamente auspicato) e Di Maio, stanno – seppur tra loro distinti e distanti – nel centrosinistra. Tra i dirimpettai dell’altra parte, il proporzionale piace a parte dei berlusconiani, così come ai cespugli ex-democristiani e a sigle di conio più recente come Coraggio Italia. Insomma, al suo ritorno brinderebbero un po’ tutti, tranne Lega (dove però pure resiste un’anima nordista che ambirebbe al “soli contro tutti” dei tempi eroici) e Fratelli d’Italia.
Sostenere il Cav al Quirinale
Ma riusciranno i nostri eroi Salvini e Meloni a salvare la politica dal ritorno al giurassico del proporzionale? A legger le dichiarazioni dei leader di tutti i partiti (la più recente è di Letta, alla presentazione del libro di Vespa) parrebbe di sì. Ma le traiettorie della politica, così come si vanno sviluppando intorno alla manovra di Bilancio, impongono di stare in guardia. Anche perché subito dopo entrerà nel vivo la partita del Quirinale. I retroscena dicono che Berlusconi ci sta pensando. Convintamente o meno, è relativo. Ma se sarà in campo andrà sostenuto senza riserve, pena il sopravvento dei proporzionalisti di casa sua. Insomma, l’obiettivo del centrodestra al governo passa ancora una volta dal destino del suo fondatore. E non stupisce che sia così.