Tana per Giarrusso, disobbedisce a Conte sulla Rai: la beffa dell’ospitata per spiegare il divieto farlocco

20 Nov 2021 9:45 - di Giulia Melodia
Rai Conte Giarrusso

Il minuto dopo il diktat di Conte – l’editto bulgaro che proibisce di mettere piede nelle trasmissioni di viale Mazzini dopo l’esclusione del Movimento dalla “lottizzazione” delle nomine – sembra essere scattata la corsa contraria: tutti all’arrembaggio della Rai per spiegare perché non si va (o non si dovrebbe andare) alla Rai… Qualcuno le chiamerebbe comiche finali. Qualcun altro teatro dell’assurdo. Altri ancora, più semplicemente, leggono tra le righe di quanto sta accadendo l’ultimo capolavoro grillino sulla disobbedienza ai dettami del neo presidente del Movimento.

Rai, tutti pronti a trasgredire al diktat di Conte: apre le danze Giarrusso

Già, perché ad appena 24 ore dalla messa in onda del Conte furioso, sembra scattata una corsa a chi trasgredisce prima il divieto che ne è seguito. E, naturalmente, la caccia al “reprobo” di turno. E allora: prima c’è stato il deputato Mario Turco che ha parlato al Tg2 all’ora di pranzo di ieri. Segnalato e additato su Twitter dal provvido Roberto Giachetti. La delazione però è di poco conto: l’interessato, infatti, fa sapere nel giro di breve che si trattava di una dichiarazione vecchia, datata 14 novembre…Poi, sempre nel pomeriggio di ieri, l’apoteosi della beffa. Il momento clou della negazione al quadrato che rivela chiaramente quanto per i grillini sia impellente in questo momento di polemica e indignazione per la mancata “lottizzazione” andare in Rai per argomentare il perché non si può più andare in Rai.

L’eurodeputato grillino ospite di Radiorai a “Un giorno da pecora”

O meglio: quanto sia “prioritario” per i pentastellati, decimati e dispersi in mille rivoli e correnti, dare seguito e credito alla linea del loro leader. Un capo alla deriva dal momento dell’insediamento. E mai così impegnato a correre ai ripari e a rincollare i cocci di un vaso rotto. E così, nel primo pomeriggio di ieri, Giorgio Lauro e Geppy Cucciari aprono la caccia al grillino disorganico e telefonano a Dino Giarrusso, eurodeputato movimentista. Il quale, non si fa cogliere impreparato, e dopo aver garbatamente risposto ai due conduttori RadioRai di Un giorno da pecora, prova a tergiversare un po’. Quindi cala le carte sul tavolo e apostrofando i due come simpatici «cornutoni», commenta: «Ma proprio oggi mi dovevate chiamare?»…

«La Rai non è mai stata indipendente». «Neanche quando eravate contenti, lo era…»

Intanto, però, la radio-telefonata prosegue. Prima con Giarrusso che conferma la sua adesione «al 1000% con Giuseppe Conte». E il suo rammarico «per una scelta che, al di là dei nomi, è stata presa con un iter che anche molti altri giornalisti non approvano». Chiudendo il ragionamento gemellato – sulla carta – con il leader 5S con un laconico «la Rai non è mai stata indipendente». «Neanche quando eravate contenti, lo era…» incalza Lauro, mentre sbeffeggia simpaticamente l’ospite mandando a loop il mantra: «Giarrusso, lei ora, non è ospite da noi». Interrotto solo dalla domanda dalle cento pistole del conduttore che insiste a battere con la lingua dove il dente duole: «Ci conferma che non potete venire alle trasmissioni della Rai?» chiede ancora Lauro, dalla Rai.

Giarrusso il primo a disobbedire a Conte: il grillino ospite Rai per spiegare perché non si può andare alla Rai

«Be’ se si è deciso così, per un po’»… ribatte il grillino in evidente ambasce… Poi prova a riprendersi: «Ma è proprio perché vogliamo bene alla Rai e questa scelta non ci è piaciuta… avevo due inviti alla Rai e non sono andato». Il finale poi, è tutto tarallucci e vino. Vinte resistenze diplomatico e direttive andate all’aria, il siparietto comico termina con Giarrusso che canta Viva la Rai di Renato Zero. Il che vale tutto il programma… L’insostenibile leggerezza del diktat è acclarata. L’autolesionismo della scelta di Conte pure. Per lui, a proposito, è già scattato un primo invito su La7: l’avvocato sarà ospite dell’emittente targata Cairo, dove andrà a spiegare a sua volta perché non andrà in Rai. E perché non ci si “dovrebbe” andare…

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