Suicidio assistito, legge in aula il 13 dicembre. Il centrodestra annuncia una dura opposizione
La legge sul suicidio assistito si sblocca alla Camera. Tutti i gruppi delle commissioni Giustizia e Affari sociali hanno infatti concordato di concludere l’esame il 9 dicembre per portare il provvedimento in aula il 13. L’accordo sulla procedura non significa però unanimità sui contenuti. Le riserve del centrodestra sono ancora fortissime. Non quanto quelle dei vescovi italiani. La Cei, infatti, vede un’alternativa praticabile nel potenziamento delle cure palliative, già previste dalla legge sul testamento biologico.
La Cei contraria al suicidio assistito
Il percorso del suicidio assistito ha una sua pietra miliare nella sentenza Dj Fabo-Cappato con cui nel 2019 la Corte Costituzionale lo depenalizzò parzialmente. E sollecitò il Parlamento a varare una legge di attuazione. L’allora maggioranza Pd-M5S puntò quindi sul testo base dei relatori Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s) che recepiva i quattro criteri indicati dalla Consulta per accedere al suicidio assistito. Innanzitutto chi lo richiede deve essere in grado di intendere e volere. Deve soffrire si una patologia irreversibile, dipendere da sostegno vitale e avere delle sofferenze fisiche o psichiche ritenute intollerabili. Martedì scorso i relatori hanno accolto l’emendamento del centrodestra sull’obiezione di coscienza per il personale sanitario. Un passo importante, ma non decisivo per Lega, FdI, FI e CI.
Le condizioni per rinunciare all’ostruzionismo
La svolta oggi con il via libera dei due relatori ad altri emendamenti sui criteri di accesso al suicidio assistito, che ha sbloccato la calendarizzazione per l’aula. Significa che il centrodestra farà cessare l’ostruzionismo ma non a votare la legge. Potrebbe farlo solo a determinate condizioni. L’obbligatorietà delle cure palliative per accedere alla domanda di suicidio assistito. La constatazione di “stadio avanzato“, oltre che “irreversibile”, della patologia e il suo “esito infausto“. Le sofferenze, inoltre, dovrebbero essere sia fisiche che psichiche. Occorre, infine, precisare il concetto di sostegno vitale, specificando che si tratta di idratazione e alimentazione artificiali. I relatori sarebbero orientati ad accogliere solo la seconda condizione.