Studenti in piazza il 19 novembre. Ma per loro il Viminale non prepara la stretta come per i no vax?
Scuole in agitazione in tutta Italia in vista della mobilitazione nazionale del prossimo 19 novembre, quando in oltre 40 città gli studenti scenderanno in piazza. Domani a Roma alle 8.30 gli studenti si riuniranno a viale Trastevere davanti al ministero dell’Istruzione; a Palermo dalle 7.45 davanti al liceo Umberto I e a Verona al Montanari dalle 7.30.
Ricomincia insomma, more solito, la baraonda studentesca che va di pari passo con l’iter della manovra in Parlamento. Seguiranno le occupazioni negli istituti e tutto finirà dopo le vacanze di Natale. La fine della dad ha riportato le lezioni in presenza ma ha anche fatto riemergere gli antichi vizi del sistema scolastico. Tra cui gli immancabili cortei un mese dopo l’inizio delle lezioni.
Ora però c’è da farsi una domanda scomoda ma più che legittima: ma se le manifestazioni dei no vax – giustamente – subiscono limitazioni e restrizioni per salvaguardare la salute pubblica, non vale lo stesso anche per gli studenti? Ricordiamo che il portavoce dei portuali di Trieste è stato raggiunto addirittura da un Daspo con divieto di avvicinamento alla città di Roma per un anno. E gli studenti invece sono immuni perché vicini all’ideologia mainstream? Tra loro il virus non circola? Se si assembrano non si innalza il picco dei contagi?
Non si odono voci preoccupate levarsi dal Viminale. Come mai? E ancora: se i sit in dei No green pass si devono tenere fuori dai centri storici perché gli studenti si danno appuntamento al ministero di Viale Trastevere? Qualcosa non torna.
“Manca una settimana alla mobilitazione studentesca del 19 Novembre. Abbiamo atteso fin troppo risposte mai arrivate dal Governo e dal Ministero, ora abbiamo deciso di farci sentire”, spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi. “Ci mobilitiamo in più di quaranta città in tutto il Paese, da Nord a Sud. Chiediamo impegni e investimenti sull’edilizia e sul diritto allo studio, definanziato anche da questa Legge di Bilancio. Chiediamo di investire sulla Salute Mentale, come chiediamo soluzioni alla precarietà a cui siamo condannati”.