Quirinale, sinistra in affanno: Prodi e D’Alema dispensano consigli, ma sono gli ultimi a poter parlare

27 Nov 2021 8:45 - di Redazione
La partita del Quirinale agita enormemente la sinistra. Spiazzata dalla candidatura di Berlusconi. Tanto da sperare in un bis di Mattarella, nonostante i ripetuti dinieghi del capo dello Stato. Una soluzione di mantenimento dello status quo che manterrebbe saldamente Draghi a Palazzo Chigi ed evitare tsunami politici.

Quirinale, le perle di saggezza di Prodi

In queste ore in soccorso di Letta arrivano due padri nobili. Il primo è Romano Prodi,  che non è molto confortante per il Nazareno. “So contare. Quindi seppure questo Pd non fosse più quello dei 101, è troppo piccolo per dare le carte”. Naturalmente il Professore non risparmia il Cavaliere. “La sua aspirazione è legittima, ma dovrebbe imparare a contare anche lui”.

“La sinistra è troppo piccola per dare le carte”

Parole quasi comiche se si guarda – come fa notare oggi Libero – alla scarsa dimestichezza del fondatore dell’Ulivo con l’aritmetica. La sua carriera piena di  gaffe ed errori dovrebbe far riflette la sinistra che invece lo considera ancora un demiurgo, un salvatore. Che, non è un mistero, aveva accarezzato l’idea del Colle.
Il primo scivolone risale alla presidenza dell’Iri, quando passò alla storia per aver venduto a super sconto l’Alfa Romeo alla Fiat. Quando Ford invece offriva molto di più. Lo stesso stava per fare con la Sme a De Benedetti ma venne fermato da Bettino Craxi.

Tutti gli errori e le gaffe del Professore

Ma è con l’ingresso nell’euro che Prodi ha dato il peggio di sé. Caricò gli italiani di balzelli promettendo solennemente di restituire l’eurotassa. La cui metà invece rimase allo Stato. Drammatica la trattativa sul cambio lira-euro. Tutta a favore della Germania. Secondo il think tank tedesco Cep: grazie alla moneta unica, in 20 anni, ogni tedesco ha guadagnato 23 mila euro. Mntre ogni italiano ne ha persi 75 mila. Un mega favore a Berlino. Come anche l’appoggio alla Cina. Insomma il professore non sembra il politico più adatto a dare consigli.

Per D’Alema tutti tranne Draghi

In soccorso del Pd ‘incartato’ arriva un altro padre nobile: Massimo D’Alema. La sua strategia quirinalizia è chiara. Tutti tranne Draghi,  per evitare come la peste elezioni le elezioni anticipate. Che l’ex leader della Quercia bolla come “stravaganza”. Nel nome neanche a dirlo della stabilità. “Una parte della destra coltiva l’idea di eleggere l’attuale presidente del Consiglio al Quirinale”,  scrive D’Alema nell’editoriale di Italianieuropei. “Pagando così un prezzo di “legittimazione europea”, per poi andare allegramente a elezioni”.

L’ex premier punta a una nuova legge elettorale

“Nella primavera del 2022 scadono gran parte dei termini per l’assegnazione dei fondi europei ai progetti. È evidente che interrompere, o anche soltanto indebolire l’azione del governo in carica sarebbe contrario agli interessi fondamentali del nostro paese”.
Quindi? Una donna? “Sarebbe una scelta importante se dopo settant’ anni di storia repubblicana il Parlamento”, dice D’Alema pur di non fare nomi e temporeggiare. La vera partita per il Nazareno, in realtà, è fregare il centrodestra. Magari con una bella riforma della legge elettorale.

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