Nel cellulare della 19enne kosovara istruzioni per fabbricare ordigni e inviti al “martirio”

17 Nov 2021 13:07 - di Roberto Frulli

Si chiama Bleona Tafallari e, dagli atti di indagine, emerge che la diciannovenne kosovara arrestata questa mattina per terrorismo dalla polizia a Milano, effettuava, secondo i magistrati dell’antiterrorismo della Procura e il gip milanese Carlo Ottone De Marchi che ha firmato l’ordinanza cautelare in carcere, “una continua e incessante attività di propaganda delle ideologie delle organizzazioni terroristiche attraverso l’utilizzo dei social network (Whatsapp, Snapchat, Instagram e soprattutto Telegram) esaltando lo Stato Islamico in tutte le sue componenti”.

Non solo. Secondo le indagini, Bleona Tafallari offriva “regole di mutuo soccorso per le sorelle bisognose, quali il reperimento di uno ‘sposo’ che abbia abbracciato la Jihad e possieda determinate caratteristiche fisiche oltre che qualità morali, diffonde i proclami dello Stato islamico contenenti l’esaltazione degli sceicchi sunniti e delle azioni militari del Daesh nel mondo, gli inviti al martirio ed al combattimento, la celebrazione degli autori di attentati come martiri e la denigrazione delle vittime indicate come ‘crociati’ detenga pubblicistica jihadista e condivida le pubblicazioni simbolo dello Stato Islamico, quali scene di combattimenti in teatri militari di guerra, esecuzioni sommarie di decapitazioni e incendi, immagini contenenti istruzioni su come poter fabbricare artigianalmente una bomba“.

Sempre dalle indagini emerge che Bleona Tafallari, in alcuni immagini e video “indossava un guanto ed un anello di colore nero riportante la scritta della Sbahada, chiari simboli di appartenenza allo Stato islamico” e insieme a un’altra giovane radicalizzata è presente in “un video nel quale le due giovani, in un collage fotografico, vengono ritratte mentre indossano il nikab ed in sottofondo una voce canta un anasheed, (un genere musicale islamico, ndr), nel quale i ‘guardiani della religione vengono invitati a combattere le forze regolari siriane di Bashar Al Assad’.

Scrive il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi che la diciannovenne arrestata per terrorismo “deteneva e condivideva all’interno del proprio telefono cellulare posto sotto sequestro migliaia di file immagine e video, alcuni dei quali creati dalla agenzia di comunicazioni dello Stato islamicoAI Hayat Media Center’, riportanti oggetti simbolo della medesima organizzazione terroristica quali la bandiera nera con la scritta della testimonianza di fede, scene di combattimenti in teatri militari di guerra, esecuzioni sommarie di infedeli mediante decapitazioni e incendi, scene di attacchi terroristici da parte di mujaheddin appartenenti allo Stato islamico nelle città europee dei quali vengono esaltate le gesta“.

Emerge anche che avrebbe realizzato “personalmente alcuni ‘anasheed’ in uno dei quali invocando, lo sceicco Al-Baghdadi, si vota al martirio“.

Bleona Tafallari è accusata di effettuare “una continua e incessante attività di propaganda delle ideologie delle organizzazioni terroristiche” e le è stato trovato dagli investigatori nel suo cellulare diversa documentazione tra cui una in lingua italiana su ‘44 modi per sostenere il jihad’ “alcune delle quali contenenti istruzioni per il confezionamento di ordigni artigianali“.

La 19enne, domiciliata in via Padova a Milano, avrebbe svolto “una funzione di proselitismo alla causa dell’Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare, anche minorenni, ed in particolare “in una chat Telegram del 24 febbraio 2021 prometteva ad una interlocutrice sedicenne che si faceva chiamare ‘fatina’ e con cui reciprocamente si appellava come ‘Leonessa’ che le avrebbe trovato come sposo un ‘Leone’, vale a dire un appartenente ai Leoni dei Balcani, con il quale morire da martire dopo un matrimonio ‘bagnato dal sangue dei miscredenti’”, si legge nell’ordinanza.

La 19enne Bleona Tafallari si sarebbe anche adoperata per “finanziare la fuga delle ‘sorelle’, congiunte e mogli di combattenti dell’Isis detenute nel campo di detenzione curdo di Raqqa ed in particolare in una chat Telegram svoltasi tra il 31 agosto ed il 3 settembre 2021, ad una donna” avrebbe offerto attraverso il sistema di messaggistica “del denaro e chiedeva quanto costasse procurarsi l’evasione“.

In un’altra chat del 6 settembre scorso contattava una ‘sorella‘ “alla quale domandava di condividere un messaggio in cui si chiedeva un contributo per raggiungere la somma di 21.000 dollari necessari per la fuga di una donna e dei suoi due bambini dal campo di Raqqa“.

Nel telefono di Bleona Tafallari gli investigatori dell’antiterrorismo hanno anche scoperto file di immagini del “massacro compiuto dai fratelli Kouachi a Parigi il 7 gennaio 2015 nei locali che ospitavano la rivistaCharlie Hebdo‘” oltreché immagini recentissime come la foto del giovane attentatore che si è fatto esplodere all’aeroporto di Kabul lo scorso 26 agosto mentre erano in corso le esfiltrazioni, con un ponte aereo, delle forze di sicurezza occidentali e degli afghani che non corso di questi anni hanno collaborato con la Coalizione.

La 19enne kosovara, già residente a Isernia, e arrivata dal fratello a Milano lo scorso 1 agosto, si era sposata con rito islamico in Germania lo scorso 11 gennaio con il mujaheddin Perparim Veliqi entrando “così a far parte di una organizzazione di donne dedite ad attività di propaganda e di sostegno alle organizzazioni terroristiche salafite“.

In una conversazione in chat conditi da emoticon sorridenti fra la kosovara e il marito Perparim Veliqi, del 16 ottobre scorso – esattamente un mese fa – riportata nell’ordinanza firmata dal gip Carlo Ottone De Marchi e che dimostra il grado di radicalizzazione raggiunto dall’arrestata, si coglie perfettamente qual’era l’atteggiamento di Bleona Tafallari: “Ehi hai visto cosa è successo a Parigi?…Hanno decapitato il non credente. Lezione per tutti gli altri insegnanti“.

Il riferimento brutale è all’attentato al professor Samuel Paty, avvenuto a Parigi a opera di un giovane radicalizzato islamico,

E il marito della kosovara arrestata questa mattina a Milano replica compiaciuto: “Ha fatto bene, se l’è meritato”.

 

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