Morra dice addio alla “sobrietà” e batte cassa al Senato: «Ridatemi l’indennità e gli arretrati»
Prima l’addio al M5S, ora l’addio alla sobrietà, di cui pure si era fatto paladino. Il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, ha chiesto al Senato che gli siano ripristinati i soldi dell’indennità di ruolo, ai quale in passato aveva rinunciato in ossequio ai dettami del Movimento. Del resto, si tratta di 1.300 euro al mese, non esattamente bruscolini.
La richiesta di Morra al Senato
A rendere pubblica la vicenda è stato Il Fatto Quotidiano, spiegando che il 22 ottobre l’ex pentastellato, ora nel gruppo misto con gli ex grillini di L’Alternativa c’è, ha scritto alla presidente Elisabetta Casellati, per significarle il suo ripensamento rispetto all’indennità, chiedendone il ripristino fino alla fine della legislatura. Non solo, secondo quanto riferito, Morra avrebbe chiesto anche gli arretrati, che a conti fatti assommano a circa 50mila euro. Un caso spinoso per il Senato, dove non esistono precedenti del genere.
La versione del presidente dell’Antimafia
Il senatore ex duro e puro, passato alle cronache tra l’altro per un’improvvida uscita sulla compianta Jole Santelli che gli è quasi costata la presidenza della Commissione, non ha preso benissimo la rivelazione del Fatto, dal quale – ha lamentato – non ha ricevuto neanche una telefonata per poter dire la sua. Così su Facebook si è prodigato per ribattere a quello che ha definito «un forte attacco», condito anche «con sarcasmo», per spiegare il perché di quella richiesta. In sintesi, Morra, secondo quanto ha sostenuto, avrebbe chiesto quei soldi per poter pagare un addetto stampa, poiché ora che non è più nel gruppo del M5S non può neanche più giovarsi del suo supporto organizzativo che gli forniva. Quindi, l’addetto stampa che il gruppo, ha scritto, gli «prestava», ora deve pagarselo da solo.
Un caso che suscita un certo «sarcasmo»
Pur volendo prendere per buona la spiegazione del presidente dell’Antimafia, resta la faccenda degli arretrati. Su quella richiesta Morra non ha scritto nulla. In compenso qualche cosetta l’hanno scritta i giornali che si sono occupati della vicenda. Il Fatto quotidiano ha riferito che al Senato sarebbero rimasti tutti «di stucco», che qualcuno avrebbe iniziato a ridere e che altri avrebbero preso a «fregarsi le mani» per una notizia «bomba».
Assai più velonoso, poi, è stato il Corriere della Sera, dove Fabrizio Roncone ha collegato la richiesta di arretrati a «un problema concreto» prossimo venturo per il presidente dell’Antimafia: «Dopo aver camminato sul parquet scricchiolante di Palazzo Madama, velluti rossi e lampadari tipo Versailles, commessi che scattano in piedi, e segretarie ossequiose, e portaborse solerti», scrive Roncone, «a 58 anni, alle prossime elezioni, rischia seriamente di dover tornare a fare l’insegnante di Filosofia al liceo classico Bernardino Telesio di Cosenza».