Lo scandalo delle tessere del Pd ad Avellino, Letta fa finta di niente e ignora le denunce
Seimila iscritti in una notte al Pd. Accade ad Avellino. “Tutti insieme – ironizza Antonello Caporale sul Fatto – ciascuno con la sua carta ricaricabile, sotto la stessa luna piena, hanno deciso di ricaricare il Pd col loro bonifico da 22 euro”. Un’afflusso di tesserati molto sospetto che ha allarmato Franco Vittoria, ex segretario provinciale di Avellino e membro della Direzione nazionale del Pd. Eppure i vertici, a Roma, fanno finta di niente.
Anche i giornaloni fanno finta di niente. Mentre, se fosse avvenuto in altri partiti, le inchieste si sprecherebbero, magari anche con l’immancabile “infiltrato”. Invece silenzio. Eppure Franco Vittoria ha scritto a Enrico Letta, ha protestato, ha denunciato. “Neanche una sillaba come risposta”, racconta sconsolato.
Quante ricariche quella notte di ottobre? “Beh, eravamo in quattromila iscritti il 22 ottobre – dice al Fatto quotidiano – e ci siamo ritrovati in 10.400 il 23 ottobre. Moltiplichi per 22 euro il costo della tessera e faccia il conto. L’ha già fatto lei. 280mila euro versati nelle casse del partito. Ma da chi? Da chi? Non da singoli né temo da collettori che vogliono crearsi la propria corrente. Io noto che dal clientelismo, dal familismo si sia passati a una forma più pericolosa di aggressione alla democrazia, alla vita di un partito. Gruppi di interesse che scelgono di sostenere l’uno o l’altro partito per raggiungere i propri scopi imprenditoriali”.
Così – aveva scritto Franco Vittoria a Letta – si distrugge la militanza e si allontanano i giovani. Ma il segretario resta muto. La lettera ora è pubblicata su Facebook: “Avevo avvertito che il “ partito delle ricaricabili “ ci avrebbe consegnato – scrive Vittoria a Letta – un modello di partito lontano dalle tue idee , un partito che mortifica la militanza e destruttura circoli ! Tanti esponenti storici non si sono tesserati , ai giovani non è stato “permesso “ di partecipare al congresso , annullando il loro tesseramento. Caro Enrico non possiamo più tollerare il partito dei potentati , non possiamo più tollerare che giovani e meno giovani che hanno creduto e ancora credono in questo progetto politico vengano soppiantati da maschere e numeri artificiali”.