Il trucchetto dei migranti per evitare il rimpatrio: rifiutano il tampone e non salgono sull’aereo

9 Nov 2021 15:27 - di Martino Della Costa
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Fatta la legge, trovato l’inganno. Il vecchio adagio lo suggerisce e i migranti in arrivo nel Belpaese lo fanno loro. Già perché il Covid e l’emergenza sanitaria nel caso degli arrivi sulle nostre coste e dai nostri valichi di confine per gli extracomunitari vale solo in uscita. Possono arrivare in massa nonostante la pandemia (e il flusso massiccio e ininterrotto lo dimostra quotidianamente), ma, al contrario, quando si tratta di rimpatrio le misure del governo giocano incredibilmente a loro favore. Laddove il termine “giocano” non è usato a caso…

Il trucchetto dei migranti per evitare il rimpatrio

In effetti, sembra proprio una beffa, uno strano scherzo ordito furbescamente in punta di codice, il trucchetto che stanno attuando i migranti approdati in Italia. E che sembra impossibile rimpatriare. A meno di non contravvenire alle nostre stesse norme. Ai nostri specifici protocolli in materia di arrivi, partenze e viaggi in periodo di pandemia. Un raggiro che punta proprio sul Covid e sui relativi controlli: i tamponi. Un’arma a doppio taglio che gli immigrati clandestini stanno usando come una clava rifiutando di sottoporsi al test in modo tale che imbarcarli su un aereo per il rimpatrio diventa praticamente impossibile. Nessuno può obbligarli a un Tso e così il gioco è fatto: il meccanismo del rimpatrio si blocca e nulla si riesce a fare per oliare gli ingranaggi, già di per sé farraginosi.

Migranti, ecco come e perché si inceppa la macchina dell’accoglienza

Così, a fronte di arrivi che nel 2021 denunciano in termini numerici il raddoppio delle cifre rispetto all’anno precedente. E che, sottolinea Il Giornale, equivalgono a «cinque volte il numero di ingressi del 2019, anno in cui il ministro Salvini ha lasciato il Viminale». Stante quanto registrato dalla cronaca degli sbarchi solo nelle ultime ore, quando dalla Ong di Sea Eye sono scesi 847 immigrati recuperati in zona Sar maltese, con La Valletta che insiste a fare spallucce e a non affrontare la situazione. Il flusso si addensa sulle nostre coste e sui nostri territori, appesantendo la macchina dell’accoglienza arrugginendone il volano che dovrebbe garantire i rimpatri di chi non ha le credenziali per restare.

I poliziotti che li accompagnano invece si sottopongono ai test

Una situazione complessa che fa riferimento a norme articolate che arrivano anche ad annullarsi a vicenda. Con il risultato che la maggior parte dei migranti economici che approdano nel nostro Meridione non ottiene il riconoscimento dello status di rifugiato. Altri ancora, raggiunti da decreti di espulsione per svariati motivi, si uniscono alla schiera dei rimpatriabili. Ma poi, nel momento in cui lo Stato dovrebbe farsi carico di riaccompagnarli nei loro Paesi d’origine, non riesce a concludere. In parte per la carenza di accordi bilaterali coi governi locali. E, soprattutto, a causa del Covid e dei suoi protocolli stilati in base a motivi di salute pubblica. Gli stessi a cui vengono sottoposti gli agenti che accompagnano i migranti. Ma che gli stranieri si rifiutano di eseguire, evitando così il rimpatrio.

Il trucchetto dei migranti li lascia liberi di circolare e di ingrossare le schiere della malavita

Un trucchetto ormai rodato che ieri sera, ospite a Quarta Repubblica, Luca Pantanella, sindacalista dell’Fsp Polizia, ha illustrato e commentato. E che si conclude quasi sempre nello stesso modo. Quello riferito nel programma di Nicola Porro e rilanciato da Il Giornale: «Il dramma, o forse la beffa, è che se rifiutano il tampone, gli stranieri vengono riportati nei Cpr dove possono essere trattenuti per 90 giorni. Poi, concluso il tempo massimo previsto dalla legge, vengono tranquillamente rilasciati. Liberi di circolare in Italia. E di ingrossare le truppe delle bande delinquenziali». Vedere il video appena linkato per credere.

 

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