Franco Birolo, il tabaccaio che sparò al ladro: «Lo Stato mi ha trattato come un criminale»

29 Nov 2021 10:47 - di Giorgia Castelli
tabaccaio

«Lo Stato? Cosa vuole che mi abbia dato lo Stato che mi ha dissanguato. Trattato come un criminale. Sono stato indagato 4 anni per omicidio volontario, l’accusa più pesante». Franco Birolo, tabaccaio padovano, il 26 aprile 2012 si ritrovò i ladri in negozio. Lui che dormiva al piano di sopra con la moglie e la figlia tredicenne, scese con la pistola e sparò a un ladro, uccidendolo. Solo nel 2019 fu scagionato definitivamente dopo un iter giudiziario durato sette anni. Infatti era stato condannato a due anni e otto mesi in primo grado, fu poi assolto in appello e in Cassazione nel 2019. Ma come spiega in un’intervista a Libero «noi siamo condannati a vita».

Il tabaccaio che uccise il ladro ha chiuso il suo negozio

Birolo nel 2018 ha deciso di chiudere il suo negozio «un po’ per paura. Poi mia figlia ha scelto un’altra strada. I miei sono anziani, non puoi chiedere loro di stare dietro un bancone». Birolo ora aiuta i suoi familiari «nella coltivazione di alcuni campi» ma spiga «non ho reddito. Io sono anni che non faccio la dichiarazione dei redditi. Avrei diritto al reddito di cittadinanza ma mi vergogno a chiederlo». E perché? «Perché poi vanno a vedere se hai beni di proprietà, io ho alcuni beni che i miei mi hanno passato, ma sinceramente non voglio neanche andare a chiedere».

Birolo: «Ti devi difendere dal ladro e dallo Stato»

Il tabaccaio non nasconde tutta la sua amarezza. «Quando ti entrano in casa non solo ti devi difendere dal ladro, ma se reagisci ti devi anche difendere da uno Stato che spesso ti perseguita e ti condanna». Libero gli chiede: “Se lei tornasse indietro, sparerebbe ancora?” «Io mi difenderei ancora. Non è detto che uno debba per forza sparare». E racconta: «Erano le due di notte, questi hanno sfondato la porta d’ingresso del negozio. Sono partiti gli allarmi. Io abito sopra. Accanto avevo la figlia. Gli inquirenti mi hanno detto: ma lei perché non si è chiuso in camera? Sì, ma in quale camera? La mia? Di mia figlia?». La famiglia del ladro le ha chiesto il risarcimento? «Hanno chiesto una mediazione per un indennizzo che non ho accettato. Ma si prescrive in dieci anni». «Il giudice ha quantificato il danno che avevo causato loro a 350mila euro». «…In Italia funziona così».

La magistratura è dalla parte dei delinquenti? «Sicuro al 100%»

Libero gli chiede “lei si è accorto di una magistratura che tutela di più i delinquenti che le persone per bene?”. «Sicuro – risponde – al 100%. Fin dalle indagini. Per settimane gli investigatori hanno setacciato il centro del paese, quante volte vado al poligono, quante volte sparo, sembrava fossi un tiratore scelto». E su Walter Onichini, che ora è in carcere dice: «Ma è lei che mi ha chiesto se la magistratura è dalla parte dei delinquenti. Ce l’ha sotto gli occhi. Come si fa a condannare a 4 anni e 11 mesi un padre che ha difeso una famiglia ferendo un tizio».

 

 

 

 

 

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