Foibe, ci risiamo: l’Anpi piagnucola per la censura a Gobetti. Il Piemonte non ha dato il patrocinio

13 Nov 2021 15:15 - di Francesco Severini
foibe

L’Anpi di Verbania protesta perché la Regione Piemonte ha revocato il patrocinio a un convegno sulle foibe cui prendeva parte lo storico revisionista Eric Gobetti. Ne dà notizia La Verità.

“La sezione locale dell’associazione – scrive il quotidiano di Belpietro – ha diffuso un comunicato dai toni melodrammatici, in cui giudica il dietrofront regionale come «un atto gravissimo e censorio che rivela ancora una volta che la destra non è interessata ad approfondire la causa dei fatti storici, ma strumentalizza interpretazioni a sostegno di tesi nazionaliste»”. Secondo l’Anpi il lavoro di Gobetti, E allora le foibe? (Laterza), sarebbe uno dei migliori testi sull’argomento. Mentre si tratta di un libro che ha il solo scopo di ridimensionare il fenomeno perché in questo modo si toglie alimento al “nazionalismo”.

Secondo Gobetti  “dobbiamo raccontare il contesto della dominazione fascista e nazista della Venezia-Giulia, dell’Istria e della Dalmazia in relazione alla quale il fenomeno si verificò,  che non è comparabile ad un genocidio. Né per il numero di morti né soprattutto per le sue caratteristiche specifiche”. Non più di 5000 le vittime e tutte uccise per vendicarsi delle stragi fasciste. Una visione parziale e non corrispondente al vero né per le cause (odio anti-italiano) né per l’entità numerica.

Che poi questo presunto storico sia tutto meno che imparziale lo dimostrano i suoi commenti da hater su Giorgia Meloni e soprattutto il suo pellegrinaggio sulla tomba di Tito. Il che la dice lunga sulla distanza tra questo antifascista rosso che presume di essere uno storico e l’oggetto del suo studio. Ma anche il titolo del libro, che rimanda a una battuta comica, è già di per sé offensivo per le migliaia di vittime delle foibe.

In particolare a Gobetti piace fare la vittima, e ovviamente la vittima dei fascisti che non hanno gradito il suo libro e della destra che non dà il patrocinio per i suoi sproloqui.

“È possibile – si domandava Gobetti nove mesi fa in un intervento-piagnisteo sulla Stampa – che uno studioso debba vivere per anni in una condizione di continua pressione, sottoposto ad accuse assurde (comunista!) o infamanti (negazionista!) da giornali in grado di scatenare le fantasie aggressive di fanatici ed estremisti? In nome dei miei figli e del mestiere di storico, invoco la libertà di studiare e scrivere in tranquillità, senza l’incubo di un’aggressione fascista“.

Nel frattempo nessuno se l’è filato più di tanto. E lui, sfruttando la cassa di risonanza dell’Anpi, torna di nuovo a dirsi vittima di censura. Uno che pubblica con Laterza… vabbè.

 

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