Conte “rosicone”: «I soldi del Pnrr li ho presi io». E sul Reddito: «La destra non avrà lo scalpo»

6 Nov 2021 9:38 - di Redazione
Conte

Dura la vita di chi è costretto ad alludere perché impossibilitato a parlar chiaro e a randellare il bersaglio finto al posto di quello desiderato. Lo sa bene Giuseppe Conte, sempre più insofferente nei confronti di Mario Draghi, ma costretto suo malgrado a far buon viso a cattivo gioco. E così se il premier gli sradica il cashback dalla manovra di bilancio, lui se la prende con «le destre». «Si sbracciano – dice a Repubblicaper colpire uno strumento di sostegno a lavoratori sottopagati, persone in povertà, minori, fragili, disabili. Ma strizzano l’occhio all’evasione fiscale da oltre 100 miliardi l’anno che noi abbiamo combattuto con programmi come il cashback. Non esibiranno mai questo scalpo, si mettano l’anima in pace».

Così Conte a Repubblica

Che vi dicevamo? La manovra non l’ha fatta Giorgia Meloni ma Draghi. Ciò nonostante, Conte attacca – pur senza nominarla – la leader dei Fratelli d’Italia, guardandosi bene dal fare la voce grossa con Palazzo Chigi. Neanche potrebbe, per altro: i grillini decrittano ogni sospiro contro Draghi come un endorsement in favore delle elezioni anticipate. In queste condizioni, a Giuseppi non resta che trasformarsi da Avvocato del popolo in difensore delle cause perse. Come quella, oltre al cashback, del reddito di cittadinanza, la misura bandiera del M5S. Vero, è sotto attacco da parte del centrodestra, ma è anche nel mirino delle forze dell’ordine che ogni giorno sporchiamo truffe milionarie ai danni dello Stato.

«Monitoreremo l’utilizzo delle risorse»

«Abbiamo migliorato noi stessi il Reddito di cittadinanza», si difende Conte. Nel senso, spiega, di «più controlli, più incentivi per accettare le offerte di lavoro, sgravi alle imprese per favorire le assunzioni…». Sarà pure, ma la realtà offre un altro spaccato. Comunque sia, è il Piano di ripresa e resilienza la fonte principale del rosicamento dell‘ex-premier, che non a caso annuncia che il M5S «si doterà di una struttura di monitoraggio» sul Pnrr. «Non ci basta aver conquistato quei 209 miliardi – spiega -. Ora vogliamo controllare che quei finanziamenti migliorino in tempi certi la vita delle persone». Dove persino un bambino capirebbe che l’annunciata struttura è più che altro un espediente per ricordare che a “conquistare” quei soldi è stato il suo governo e non quello attuale, che pur sostiene. Davvero dura la vita.

 

 

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