Cannabis legale, l’irritazione di San Patrignano: «Noi salviamo vite, punto. I temi sono altri»
Il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere devia l’attenzione dai veri problemi: malessere della società, educazione dei ragazzi, assenza dello Stato. Per questo a San Patrignano si dicono «stanchi e quasi irritati» del fatto che si parli praticamente solo di questo, mentre «i temi oggi sono ben altri». «Non parliamo di cannabis legale, per favore. Noi curiamo e salviamo vite», è il monito di Francesco Vismara, responsabile delle Relazioni Istituzionali della Comunità di San Patrignano e tra i 122 esperti presenti ai sette tavoli della Conferenza nazionale sulle dipendenze.
L’irritazione di San Patrignano sulla cannabis legale
Vismara di cannabis legale, su cui nelle ultime ore si è acceso il dibattito politico, non ne vuole sentir parlare. Qualche giorno fa, alla vigilia della Conferenza, è stata il ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, a reintrodurre il tema della legalizzazione, poi seguita a ruota dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. «I temi oggi – avverte – sono ben altri: il malessere della società, l’educazione dei giovani, l’assenza degli adulti ma anche dello Stato che non supporta chi deve educare e governare questi processi».
Comunità terapeutiche «lasciate sole per oltre 10 anni»
«Le comunità terapeutiche – aggiunge parlando con l’Adnkronos – sono state lasciate sole per oltre un decennio e si continuerà a farlo se l’attenzione viene centrata solo sul tema della liberalizzazione delle droghe, tra l’altro divisivo. Siamo stanchi direi quasi irritati per questo». «Nonostante la legalizzazione della cannabis non fosse nemmeno tra i temi della Conferenza nazionale sulle dipendenze, sulla stampa si parla solo di questo», lamenta ancora Vismara, domandandosi: «Che cosa dobbiamo dire a proposito, che le droghe forse fanno bene?». «Noi curiamo le persone. Punto».
Altro che cannabis legale, «i temi sono altri»
Due, secondo il dirigente di San Patrignano, le facce della Conferenza nazionale sulle dipendenze. «Un aspetto, direi assolutamente buono – sottolinea – è quello di riportare al centro del dibattito il tema droga e le sofferenze delle persone a causa del consumo di sostanze, come l’introduzione della libera scelta del luogo di cura da parte del tossicodipendente». «L’altro aspetto, legato alla comunicazione, è quello appunto di come i media abbiano rilanciato i temi della Conferenza, ovvero a senso unico. La Conferenza nazionale sulle droghe mancava da 12 anni, un’occasione per porre l’attenzione sui temi reali e parlarne, per ascoltare chi si occupa tutti i giorni del problema». Altro che legalizzazione, «servono – conclude Vismara – risorse e sostegno alle comunità negato per oltre un decennio».