Bossi, Salvini gli leva l’autista e lui non la prende bene. Ci saranno ripercussioni nella corsa per il Colle?
Umberto Bossi dimenticato dalla nuova Lega di Matteo Salvini. Il vecchio leader giudica il Capitano un “ingrato” e oltre a ciò è noto il suo pensiero sull’idea di trasformare la Lega in un partito nazionale abbandonando per strada l’antico cavallo di battaglia del federalismo. Se poi a tutto questo si aggiungono veri e propri sgarbi, come il fatto di negare a Bossi un’autista che lo conduca a Roma quando ci sono le sedute in Parlamento, allora il cerchio si chiude.
La notizia si trova oggi sul Foglio: “Da diversi mesi la Lega ha tolto al suo fondatore due persone, un autista e un collaboratore, che servirebbero a portarlo a Roma quando ci sono i lavori parlamentari. Il partito di Matteo Salvini paga questi due addetti bossiani, ma solo in Lombardia affinché aiutino e seguano il vecchio capo negli spostamenti in zona. Ma non è disponibile a farsi carico delle spese per le trasferte romane settimanali di Bossi (vitto e alloggio negli hotel). Certo, per esercitare la sua funzione di parlamentare il Senatùr potrebbe pagare di tasca propria, ma considera questo benefit come una guarentigia. Un bastone che non si può togliere al grande nonno. O forse più semplicemente un atto dovuto”.
Invece il benefit gliel’hanno tolto e l’ultima volta che Bossi ha raggiunto Roma lo ha dovuto fare accompagnato dal figlio Renzo in veste di autista. A dicembre, all’assemblea del partito – scrive Il Foglio – difficilmente Bossi “rimarrà in silenzio”. E c’è un pezzo di Lega che spera proprio in questo. E si tratta di “quel piccolo ma significativo pezzo di partito che ancora va in pellegrinaggio nel varesotto”. E che potrebbe creare problemi nelle trattative per il Quirinale.