“Bastardi” a Meloni e Salvini? La Murgia difende Saviano tirando in ballo persino la Bibbia

23 Nov 2021 19:12 - di Mia Fenice
Murgia

Pur di attaccare Giorgia Meloni e Matteo Salvini e difendere Roberto Saviano, Michela Murgia non esita a tirare in ballo persino la Bibbia. Lo fa in un articolo pubblicato sull’Espresso dal titolo Benedette siano quelle maledizioni. La scrittrice icona della sinistra salottiera e dei talk show cita il salmo 136 della Bibbia che inizia con il celebre verso “Sui fiumi di Babilonia”. Nel salmo si parla di un salmista che si rifiuta di intonare i canti per i babilonesi e sceglie la strada di lanciare maledizioni. Il salmista augura il peggio ai babilonesi: «Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra».

Murgia cita un salmo della Bibbia

La Murgia, che scrive a colpi di schwa, continua: «Agghiacciante, mi si dirà. L’immagine di neonati sfracellati contro la roccia, di una città distrutta e l’augurio del contrappasso sono così violenti che si stenta a credere che qualcuno possa sul serio aver usato questo testo per pregare, eppure è proprio così. Mi dispiace per i cuori sensibili che possono sentirsi urtati da quei versi, ma esiste un registro di invocazione al cielo che è fatto di rabbia e di dolore, di indignazione e di senso profondo di ingiustizia, uno stato d’animo orante a cui le parole di pace e conciliazione non sono sufficienti».

La Murgia continua ancora: «L’indignazione che dovrebbe scuoterci il cuore non è dunque quella per le parole violente del cantore ebreo che non vuole fare il giullare per i figli dei suoi carnefici, ma è quella per la violenza primaria che ha sbattuto sulle rive dei fiumi di Babilonia migliaia di persone a piangere la propria casa natale distrutta e i propri neonati davvero sfracellati sulla roccia».

L’assist a Saviano

Dopo questa lunga dissertazione biblica la Murgia pone il salmo ai nostri giorni. E lo fa per attaccare Giorgia Meloni e Salvini. «Il salmo – scrive – mi è tornato in mente nei giorni scorsi in tre circostanze. La prima quando Roberto Saviano è stato costretto a presentarsi davanti a un tribunale per rispondere del fatto di aver detto “bastardi” a Meloni e Salvini in una trasmissione televisiva, con lucida indignazione davanti alle immagini del corpo di un piccolo migrante morto affogato per assenza di soccorsi nel Mediterraneo». Quindi, un lungo giro di  parole per fornire un assist a Saviano che dovrà andare a processo dopo la denuncia della leader di Fratelli d’Italia.

L’attacco a Salvini e Signorini

La scrittrice continua. «La seconda quando il cantante Ghali, allo stadio di San Siro, si è alzato inveendo contro Matteo Salvini per motivi del tutto analoghi a quelli di Saviano». E infine: « La terza quando Alfonso Signorini si è lamentato degli attacchi subiti in risposta alle sue posizioni antiabortiste».

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