Sgominata a L’Aquila una gang albanese-kosovara: erano i narcos d’Abruzzo

26 Ott 2021 14:55 - di Redazione
gang albanese-kosovara

Associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Sette persone di origine albanese-kosovara sono finiti in manette a L’Aquila. La polizia, durante la notte, ha infatti dato esecuzione, tramite la Mobile della Questura, coadiuvata dal Reparto prevenzione crimine e da unità cinofile, all’ordinanza di misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale dell’Aquila su richiesta della direzione distrettuale antimafia della locale Procura.

La gang albanese-kosovara comunicava su Telegram e WhatsApp

A finire agli arresti in sette, 5 dei quali rinchiusi in carcere e 2 posti ai domiciliari, di origine kosovara e albanese, tra i 20 e i 37 anni, con precedenti specifici in materia di stupefacenti ed appartenenti ad una famiglia ormai radicata nel tessuto sociale ed economico del capoluogo aquilano, associati tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di trasporto, acquisto, vendita, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.

Le complesse attività di indagine hanno consentito di ricostruire i fatti in un periodo di quasi due anni, durante il quale non solo sono state monitorate le numerosissime cessioni al dettaglio di cocaina, droga di cui è sempre più alta la richiesta, ma anche l’intera organizzazione; un sodalizio facente capo a tre fratelli, che gestivano l’intero traffico avvalendosi di altre persone di fiducia, spesso legate da vincoli di sangue, che si occupavano a vario titolo della custodia, confezionamento e vendita al dettaglio della cocaina, agevolato anche dal fatto che gli associati comunicavano tra loro con disinvoltura in lingua madre, oltre ad usare termini criptati e comunicare attraverso i canali Whatsapp e Telegram.

Quasi tutta la cocaina in Abruzzo passava tra le loro mani

Inoltre è emerso un rilevante volume di affari, ancora da quantificare compiutamente, con introiti che vengono direttamente investiti in immobili e attività commerciali. Una delle caratteristiche dell’organizzazione era quella di utilizzare “box magnetici” per il trasporto e l’occultamento della cocaina, che venivano ancorati a parti metalliche difficilmente individuabili, come il fondo delle autovetture ovvero il retro di “guard rail” stradali.

Nel corso dell’attività svolta sono stati effettuati numerosi recuperi di cocaina, anche di modeste quantità, che andavano a confermare il traffico e la vendita di sostanza stupefacente, per un totale di più di un kg di cocaina sequestrata. L’indagine ha inferto un duro colpo all’approvvigionamento e alla vendita della cocaina nel capoluogo d’Abruzzo, disarticolando una delle organizzazioni che negli ultimi anni si è ben radicata nel territorio con lo scopo di fornire una capillare distribuzione di sostanza stupefacente.

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