Fisichella: “È la sinistra che non fa i conti con la storia. Meloni lontana da fascismo e neofascismo”
«Non mi pare proprio che la Meloni si sia posta sostanzialmente o politicamente sul terreno del fascismo o di quei movimenti che si definiscono con nostalgie neofasciste. Credo, al contrario, che sia stata abbastanza esplicita nel ribadirne la distanza, soprattutto negli ultimi tempi». A parlare così è Domenico Fisichella, che fu tra gli artefici della trasformazione del Msi in An e della “svolta di Fiuggi” tanto evocata in questi giorni per sostenere la tesi di un ritorno al passato remoto di Meloni. Una tesi contestata fermamente da Fisichella, per il quale piuttosto questo continuo allarme fascismo, aizzato dalla sinistra a quasi ottant’anni dalla sua fine, pone degli interrogativi sulla democrazia italiana: «O ha radici molto deboli oppure – sostiene Fisichella – ha molte cose da farsi rimproverare».
«La sinistra non ha fatto i conti con la propria storia»
«Il problema è: la sinistra li ha fatti i conti con la propria storia? Perché se c’è un problema del genere vale per gli uni, ma vale pure per gli altri», si è domandato quindi Fisichella, intervistato da Antonio Rapisarda su Libero. «La sinistra – ha aggiunto il professore – ha cercato semplicemente di cancellare le sue connessioni con il mondo del totalitarismo sovietico che erano evidentissime». «Si può chiedere di queste connessioni? No. Su questo c’è una sorta di divieto di parola», ha sottolineato Fisichella.
FdI non c’entra col «cosiddetto neofascismo»
Quanto alle presunte connessioni di FdI con il «cosiddetto neo fascismo», per le quali la sinistra ha tentato di porre Meloni e FdI sul banco degli imputati, Fisichella ha sottolineato che «francamente non mi pare che FdI voglia giungere al partito unico o voglia ricostituire alcunché». Semmai, per l’ex ministro del governo Berlusconi, c’è un problema a livello di classe dirigente, di «carenza di esperienza anche nel senso di quell’equilibrio che bisogna avere quando ci sono responsabilità istituzionali».
Le contraddizioni che emergono dall’alleanza di governo
Un problema che, però, il politologo riscontra anche in tutto il centrodestra, alla luce del fatto che «due partiti di centrodestra siano al governo con il centrosinistra e l’altro, Fratelli d’Italia». Una situazione che, secondo Fisichella, porrebbe delle domande sulla capacità di governo della coalizione, che non si starebbe preparando adeguatamente per il governo del Paese. E, d’altra parte siamo anche di fronte a «una sinistra strana». «Chi saprebbe definire il sistema di pensiero del Pd? Tutto e il contrario, perché alleata di due partiti alleati di FdI». Il punto, dunque, per Fisichella, «è che non abbiamo più un sistema partitico: un sistema ben strutturato è in grado di veicolare gli orientamenti del pubblico».
Il problema della «modesta rappresentatività»
Dunque, il riflesso del contrasto tra fascismo e antifascismo nelle inquietudini che vive il Paese non c’entra, anche perché questo contrasto «è ormai superato storicamente» e certamente non imputabile a Meloni e alla destra. Fisichella ha ricordato che Alleanza nazionale «si realizzò senza traumi particolari per la destra, il che conferma un’evoluzione pacifica e responsabile». «Poi – ha aggiunto Fisichella – è evidente che ci sono delle frange che non hanno saputo cogliere questa evoluzione: ma sono piccole e auto marginalizzate. Se mi guardo in giro, infatti, non vedo la gente diventare fascista. Ciò non toglie il fatto che questa democrazia sia zoppicante e che ha un livello di rappresentatività mediamente modesto al centro, a sinistra e a destra. E questo crea malessere sociale».
I no vax? «Non hanno nulla a che vedere con il fascismo»
Fisichella, dunque, non vede un nesso tra neofascismo e no vax. Ciò che Fisichella vede è invece «è l’irrazionalismo e un certo odio. Con un piccolo mondo di estremismo che si infila in questa roba che nulla a che vedere con il fascismo e stimola moti di piazze che poi vengono qualificati come neofascisti. Ma non riesco a cogliere una qualunque ratio in questo agitarsi di questo piccolo mondo». Infine per Fisichella è da rifiutare anche la lettura secondo la quale la crescita di FdI sarebbe da attribuire al suo occhieggiare a certi ambienti col “torcicollo”.
Fisichella: «La gente non vota FdI per la Fiamma di Almirante»
«Non credo che la gente voti per la Fiamma di Almirante: anzi storicamente la capacità di attrazione di questo mondo è stata modesta. Gli ottimi risultati di FdI derivano, in parte, dal fatto che Giorgia Meloni è fuori dalle responsabilità governative: e quindi ha intercettato un’onda di contestazione di una società inquieta», ha sostenuto Fisichella con Libero, in un’analisi che però non sembra tener conto del fatto che la crescita di FdI negli anni è stata costante ed è iniziata già prima dell’avvento del governo Draghi e della sua anomala maggioranza.