Fabrizio Corona confessa. “Mi mordevo da solo, ero diventato un cannibale”. Poi litiga con Telese (video)

7 Ott 2021 12:18 - di Robert Perdicchi

“Quando io ho preso 14 anni di galera tutti dicevano che ero un criminale, Mimmo Lucano ha preso 14 anni ed è stato difeso da tutto l’establishment”, attacca Fabrizio Corona, ieri sera ospite di Massimo Giletti a “Non è l’Arena“, su La Sette. Un ingresso a piedi uniti nel dibattito di queste ore sulla condanna dell’ex sindaco di Riace a tredici anni di carcere per lo sperpero di fondi pubblici. “Per me nulla…”, dice un Corona provato anche nello sguardo, ma pronto a raccontare tutto il suo calvario in carcere. Nello studio di Non è l’Arena cala il silenzio intorno a Fabrizio Corona quando l’ex paparazzo legge una sua lettera: “Sono uno psicopatico in un ospedale psichiatrico”, nella quale racconta una giornata drammatica nell’infermieria del carcere durante la quale, preso da un impulso improvviso, iniziò a mordersi le braccia, finendo in un lago di sangue mentre provavano a fermarlo. Ora Corona è agli arresti domiciliari e l’altra sera era stato autorizzato a farsi intervistare.

Il racconto di Fabrizio Corona che si prende a morsi

“Chiedo di poter poter fumare in bagno, mi danno l’accendino. Sono controllato da tre uomini della scorta. Mi siedo sul water a torso nudo, con i pantaloni tirati su. Vedo sul mio braccio destro la ferita del giorno prima: due punti di sutura che  mi sono fatto pugnalandomi con una penna bic. La guardo, fumo, e scatta qualcosa nel mio cervello, inizio a prendermi a morsi sul braccio, sembravo un cannibale…”.

La lite del paparazzo con Luca Telese

In studio scatta la polemica con Luca Telese, che gli fa notare come il suo sia un racconto di una persona malata e la “persecuzione” giudiziaria che lui denuncia sia solo un contorno. Fabrizio Corona reagisce. Io odio questi giornalisti italiani di oggi, politicamente corretti. Puoi giusto scrivere per Tpi, il giornale dei figli dei ricchi che non dà una notizia da anni, è il nulla del giornale”.

 

 

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