Blitz contro un’associazione neonazista. La Procura di Napoli: «Pianificavano azioni violente»

19 Ott 2021 13:36 - di Redazione
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La Procura di Napoli ha indagato 26 persone per associazione sovversiva di matrice neonazista e suprematista. Nei confronti degli indagati, legati a un’associazione chiamata “Ordine di Hagal”, la polizia ha condotto perquisizioni domiciliari in tutta Italia.

Il blitz contro l’«associazione sovversiva neonazista»

In particolare le perquisizioni, eseguite dalle Digos locali, hanno interessato le province di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara. All’indagine, che ha coinvolto anche l’antiterrorismo, partecipa anche la Polizia postale, poiché l’organizzazione svolgeva campagne di apologia del fascismo e antisemite anche attraverso chat e canali sulle piattaforme Telegram e Whatsapp. L’Ordine di Hagal, inoltre, ha una propria pagina Facebook e un proprio sito, improntati alle più estreme teorie complottiste, anche in fatto di vaccini.

La Procura: «Programmavano eclatanti azioni violente»

Gli inquirenti, oltre alle campagne di apologia del fascismo, negazionismo della Shoah e incitazione all’odio razziale, hanno rilevato una «costante attività di addestramento paramilitare». Nel corso delle prime perquisizioni, risalenti allo scorso maggio, gli agenti hanno trovato munizioni, armi “soft air”, fra cui anche un lancia-granate, abbigliamento tattico e numerosi dispositivi sui quali saranno svolti accertamenti tecnici. Dalle intercettazioni, inoltre, secondo quanto riferito in un comunicato dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, sarebbe poi emersa da parte dell’associazione neonazista la programmazione di «eclatanti azioni violente».

I contatti con le «formazioni ultranazionaliste ucraine»

L’associazione costituita all’ombra dell’Ordine di Hagal era caratterizzata, hanno spiegato gli investigatori, da «una rigida compartimentazione informativa in base al livello gerarchico raggiunto e volta a realizzare un avanzato addestramento militare dei suoi adepti, alcuni dei quali risultano aver frequentato, anche all’estero, corsi per l’utilizzo di armi da sparo corte e lunghe e per l’addestramento in tecniche di combattimento corpo a corpo». Inoltre, aveva «stretti contatti e frequenti rapporti» con formazioni ultranazionaliste ucraine apertamente neonaziste, tra le quali il cosiddetto “Battaglione Azov”, la “Misantrophic Division”, il “Pravi Sector” e “Centuria”. I contatti con queste organizzazioni erano tenuti, hanno spiegato ancora gli inquirenti, «anche in vista di reclutamenti nelle fila di tali gruppi militari combattenti».

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