Scuola e green pass si parte tra luci e ombre. I presidi: «Niente tamponi gratis ai prof non vax»

13 Set 2021 8:47 - di Mia Fenice
scuola

Scuola, si parte: al via l’anno 2021-2022 per quattro milioni di studenti in Italia, con il green pass – previsto per gli over 12 anni e rilasciato a chi è vaccinato, guarito dal Covid o negativo ad un tampone – per insegnanti, personale e genitori che entrano negli istituti. Dad accantonata, tutti in aula con nuove regole: la mascherina è sempre d’obbligo dai 6 anni in su, ma la protezione non è richiesta se in classe tutti gli alunni sono vaccinati.

Suona la campanella che segna l’inizio delle lezioni in gran parte del Paese: si torna in classe dal Lazio alla Lombardia, dalla Basilicata al Veneto, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo. Domani, 14 settembre, si parte in Sardegna. Mercoledì sarà il turno di Campania, Liguria, Toscana, Molise e Marche. Il 16 settembre via in Friuli e Sicilia. Lunedì prossimo, 20 settembre, l’anno scolastico comincia in Calabria e Puglia.

Scuola e green pass

L’obbligo di green pass a scuola non riguarda solo insegnanti e personale. L’obbligo riguarda anche i genitori degli studenti secondo il decreto appena varato dal governo. Il certificato verde deve essere esibito dai genitori che entrano nella scuola frequentata come alunni dai figli. Deve avere il green pass chi accompagna o va a prendere lo studente all’interno dell’istituto, ad esempio.

«Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica, chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative (…) deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde Covid-19», prevede il decreto. «La disposizione di cui al primo periodo non si applica ai bambini, agli alunni e agli studenti nonché ai frequentanti i sistemi regionali di formazione, ad eccezione di coloro che prendono parte ai percorsi formativi degli Istituti tecnici superiori», prosegue il testo, che definisce i soggetti esentati dall’obbligo.

Il timore è che, soprattutto nelle scuole dell’infanzia, si creino “ingorghi” e lunghe attese. Nella scuola frequentata dai bambini di età tra i 3 e i 5 anni, la presenza dei genitori è la norma soprattutto nelle giornate dell’inserimento.

Semaforo scuola

Per controllare i green pass di docenti e personale nelle scuole, i presidi avranno a disposizione un “semaforo” sui propri computer. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha illustrato in tv il sistema che verrà utilizzato. La piattaforma del ministero dell’Istruzione, chiamata Sidi, ha l’elenco di tutti i docenti di tutte le scuole d’Italia. «Ci sono i dati del ministero della Salute sulle vaccinazioni. Prima che arrivino gli studenti, il preside potrà vedere sulla piattaforma che abbiamo creato e che stiamo collaudando, la lista dei presenti e una luce verde e rossa che segnalerà se il docente o un dipendente abbia o meno il green pass: una sorta di semaforo a disposizione di tutte le scuole d’Italia», ha spiegato Bianchi.

Qual è la procedura? «Il preside o un suo delegato accende il pc, inserisce il codice identificativo della scuola, il suo e saprà in questo modo il personale quel giorno. La luce verde o rossa si accende a seconda che docenti e dipendenti scolastici siano o meno in possesso del green pass: un sistema riservato che non accumula i dati, così come concordato con il garante della privacy. Utilizziamo dati già in nostro possesso e li incrociamo nel rispetto della privacy e per la tutela dei ragazzi».

Scuola, green pass e multe

Senza il green pass a scuola, si rischia una multa fino a 1.000 euro. «I dirigenti scolastici e i responsabili di tutte le istituzioni scolastiche, educative sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni» sul Green pass nelle scuole. «Nel caso in cui l’accesso alle strutture sia motivato da ragioni di servizio o di lavoro, la verifica sul rispetto delle prescrizioni (…) deve essere effettuata anche dai rispettivi datori di lavoro. Le verifiche delle certificazioni verdi Covid-19 sono effettuate con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell’articolo 9, comma 10. Con circolare del Ministro dell’istruzione possono essere stabilite ulteriori modalità di verifica», prevede l’ultimo decreto appena varato.

Per il personale, anche esterno, che viene trovato sprovvisto di certificazione verde sono previste multe da 400 a mille 1.000 euro. La sanzione sarà applicata anche ai dirigenti e ai datori di lavoro chiamati a vigilare attuando i controlli.

 Il presidente dell’Anp: «I presidi hanno il senso dello Stato»

«La nostra categoria si è fatta carico di tanti oneri che competevano ai livelli superiori. I presidi hanno il senso dello Stato, sono portati a difendere il servizio agli alunni in qualunque condizione, e hanno reagito con dignità e serietà», dice in un’intervista a Libero, Antonello Giannelli, il presidente dell’Anp, l’organizzazione più rappresentativa dei dirigenti scolastici.

«Un preside e una scuola non sono preparati per occuparsi di certe questioni, né hanno gli strumenti per farlo. Pensiamo al protocollo per la sicurezza, ad esempio». Dov’ è il problema? «Dovrebbe essere un atto in cui i sindacati e i datori di lavoro, in questo caso il ministero, si accordano per aggiungere regole ulteriori e specifiche rispetto a quelle già in vigore, in modo da consentire ai dirigenti di organizzare e ai dipendenti di tornare al lavoro in presenza con maggiore tranquillità. Ma l’interpretazione di alcune regole è stata demandata alle scuole. E le regole a tutela della salute collettiva non possono essere oggetto di interpretazione né di applicazione differenziata».

«Non possiamo chiedere in classe chi è vaccinato o no»

E poi ancora. «Il punto non risolto è il pagamento del tampone. La nostra posizione è che lo Stato non deve pagare i tamponi ai dipendenti della scuola che non si vogliono vaccinare, perché già offre la possibilità di vaccinarsi gratis. Se lo rifiutano, è giusto che il tampone se lo paghino. E ovviamente non mi riferisco a chi non può vaccinarsi per ragioni di salute». Giannelli poi puntualizza: «Noi non possiamo entrare in una classe per chiedere chi è vaccinato e chi no. Violeremmo le leggi sulla privacy e rischieremmo di fare emarginare dai loro compagni i ragazzi non vaccinati. Pensi cosa potrebbe accadere in una classe con venti quindicenni vaccinati e cinque che non lo sono. Non mi riferisco solo ai ragazzi, ci sono anche le loro famiglie. I problemi sociali e psicologici possono essere enormi».

«Togliere la mascherina in una classe in cui tutti sono vaccinati»

La soluzione per Giannelli potrebbe essere quella di considerare «la possibilità di togliere la mascherina in una classe in cui tutti sono vaccinati come un auspicio, che condividiamo, del ministro. Però avvertiamo che ciò si potrà fare solo con un particolare escamotage tecnico». Quale? «Ci serve un’applicazione che dia alla segreteria della scuola la “luce verde” per una classe dove tutti sono vaccinati, e dunque è possibile fare lezione senza mascherina, e la “luce rossa” se almeno uno non è vaccinato. Senza dirci di chi si tratta: noi non lo possiamo e non lo vogliamo sapere. Fare una cosa simile non pare complicato, visto che la app per il controllo del Green pass già accede al database dei vaccinati».

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