Padova, neonato in terapia intensiva. È il più piccolo paziente ricoverato per Covid

23 Set 2021 18:35 - di Redazione
Padova neonato

Il più piccolo paziente ricoverato per Covid in terapia intensiva pediatrica è un neonato. Il bambino venuto alla luce ai primi di settembre è assistito dagli specialisti dell‘ospedale di Padova.

Padova, neonato in terapia intensiva

Il piccolo è in condizioni stabili, ma rimane ricoverato in prognosi riservata. Le sue condizioni sono gravi, ma appunto stabili. Come riporta il Corriere, «la mamma non si era vaccinata per paura di nuocere al feto, spiegano i medici». Il bambino è arrivato nella struttura ospedaliera con un quadro clinico già compromesso da polmonite.

Zaia: «La madre era positiva al tampone all’arrivo in reparto»

«È una situazione molto delicata, che stiamo gestendo – ha spiegato il governatore del Veneto, Luca Zaia –. La madre era positiva al tampone all’arrivo in reparto, poi si è negativizzata». Il bambino è grave ma i medici si dicono «ottimisti, perché di solito i neonati reagiscono bene alle cure».

«La trasmissione del virus in gravidanza è un evento rarissimo»

Come si legge sul Corriere Veneto, il contagio non è avvenuto durante la gravidanza, bensì dopo la nascita. «La trasmissione del virus in gravidanza è un evento rarissimo, lo attestano diversi studi internazionali – ha spiegato al quotidiano il professor Eugenio Baraldi, direttore della Patologia neonatale in Azienda ospedaliera a Padova –. Il contagio può invece avvenire dopo la nascita, attraverso il contatto con i familiari, con la mamma in particolare. Purtroppo la variante Delta sta colpendo anche i bambini, abbiamo visto tanti neonati positivi al Covid-19 ma pochissimi con patologia importante e questo è il primo bisognoso della Terapia intensiva».

L’infezione, come ha appurato la scienza, non viene trasmessa da mamma a neonato neanche attraverso l’allattamento, purché vengano rispettate alcune norme e  accortezze.

Neonato, poche le future mamme vaccinate

Il numero di gestanti vaccinate è molto basso, come ha confermato lo stesso professore. «Poche si immunizzano contro il Covid – conferma Baraldi –. Capisco il timore, ma questo vaccino non crea loro problemi. Eppure il messaggio di proteggere se stesse e il nascituro, anche dall’altrettanto pericolosa pertosse e dall’influenza, non passa. È stato provato che se la futura mamma assume i vaccini contro queste malattie negli ultimi tre mesi di gravidanza gli anticorpi sviluppati passano al feto, tutelandolo».

 

 

 

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