Montanari, il mestierante antifascista che aspira alla scorta o al seggio in Parlamento

11 Set 2021 12:08 - di Marzio Dalla Casta
Montanari

Esistono i professionisti dell’antimafia (copyright Leonardo Sciascia) e, nella loro scia, sempre più numerosi, s’avanzano ora i mestieranti dell’antifascismo. A guidarli Tomaso Montanari, livore talebano smentito dal volto di bimbominkia e dal culo ubiquitario Nella vita si occuperebbe di arte. Ma più redditizio per lui si è rivelato il ruolo di storico della domenica, grazie al quale si è sistemato su cento poltrone. Un vero campione della seduta multipla. A conferma che nessun altro mestiere, più e meglio dell’antifascismo, è in grado di assicurarti notorietà, pubblico incenso, prebende, nomine, promozioni, seggi in Parlamento e – se proprio ci sai fare – persino la scorta a spese di Pantalone. Montanari – almeno è il nostro auspicio – è su questa strada, tanto è vero che ad ottobre prenderà possesso dell’ufficio di rettore dell’Università per Stranieri di Siena. Diversamente, sarebbe da ricovero immediato.

Montanari, un impasto di livore e ignoranza

Leggere, per credere, la valanga di insensatezze vomitate per un fascio littorio restaurato a Perugia in un articolo da lui scritto per il Venerdì di Repubblica. Un vero delirio, non si sa se più frutto di ossessione compulsiva, malafede o ignoranza. Di docenti, diciamo, strani o di mezze calzette se ne contano a bizzeffe sulle cattedre italiane, per cui uno più, uno meno non fa differenza. Ma il rettorato di un’università è un’altra cosa. Lì è soprattutto organizzazione e programmazione. È possibile che debba occuparsene uno come Montanari solo perché antifascista? Non ce n’è in giro un altro meno ossessionato e meno ignorante di lui? Qualcuno ha mai pensato a come reagirebbe di fronte ad uno studente non in linea con le sue fobie? Lo internerebbe in un reparto psichiatrico, tipo “fascisti” sovietici o “rieducandoli” alla maniera del “camerata” Pol Pot?

Un rettore indegno

E sì, perché un’altra perla partorita dal bimbominkia vuole che i “fascisti” siano per, dettato costituzionale, italiani di serie B. Ci può anche stare, anzi diamolo per assodato. Ma Montanari pretende pure che sia lui a decidere chi lo è e chi no. Troppo comodo. Resterebbe da solo o, tutt’al più, in compagnia di bufalari ideologici alla Nicola Fratoianni o, peggio ancora, dei nostalgici della sprangata democratica e della P38. Intendiamoci: confrontato con i Cattivi maestri, Montanari è mera parodia, uno zelante untorello con pose da maudit pluristipendiato dal governo. In questo del tutto identico ai suoi compagni di ieri. Gli stessi che giocavano a fare i rivoluzionari da salotto. Lì finì in tragedia. Oggi, invece, s’annuncia come farsa. Esito comunque dannoso per chi si iscriverà all’Università di cui Montanari si accinge a diventare indegno rettore.

 

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