L’Ue ci riprova: vuole imporre a tutti i matrimoni gay. Con l’obiettivo di mettere le mani sui bambini

14 Set 2021 16:14 - di Sveva Ferri
matrimoni gay

L’Unione europea entra nuovamente a gamba tesa sul tema della famiglia: il Parlamento europeo ha infatti approvato una risoluzione che chiede di riconoscere in tutto il territorio Ue i coniugi dello stesso sesso e i partner registrati in uno qualsiasi degli Stati membri, garantendo gli stessi diritti per le coppie gay ovunque. La risoluzione, per stessa ammissione dei suoi sostenitori, è il primo passo per imporre il riconoscimento della omogenitorialità.

Imporre le coppie gay per arrivare ai bambini

«Adesso la Commissione deve dar seguito agli impegni presi con la strategia Lgbti del novembre 2020 e presentare al più presto un’iniziativa legislativa sul riconoscimento reciproco della genitorialità», ha sentenziato Yuri Guaiana, della segreteria di +Europa, mentre l’eurodeputato M5S Mario Furore ha sentenziato che «chi è genitore in un Paese è genitore in tutti i Paesi».

L’attacco agli Stati che non si omologano

La risoluzione sulle coppie gay, che affronta un ambito che dovrebbe essere di esclusiva competenza degli Stati nazionali, è passata con 387 voti a favore, 161 contrari e 123 astensioni e chiede esplicitamente misure contro l’Ungheria, la Polonia e la Romania. FdI e Lega hanno votato contro.

«Sinistra e lobby gay vogliono imporre una visione ideologica»

«Ancora una volta la sinistra e le lobby Lgbt tentano di imporre la propria visione ideologica», ha commentato il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ricordando che «l’Unione europea non ha competenza per le politiche familiari, che sono e devono rimanere prerogativa degli Stati nazionali». «Per questo – ha aggiunto – siamo e saremo contrari ai contenuti della risoluzione, approvata ieri dall’assemblea plenaria che prevede, tra l’altro, che i matrimoni o le unioni registrate formalizzate in uno Stato membro dovrebbero essere riconosciute in tutte le Nazioni Ue».

Fidanza: «L’Ue non deve interferire, nessun cedimento su valori e libertà»

«Siamo convinti infatti che l’Unione non debba interferire in queste materie e che si debba rispettare l’autonomia degli Stati membri. A tal proposito – ha chiarito l’esponente di FdI – riteniamo pericoloso il passaggio della risoluzione nel quale si richiedono misure contro Ungheria, Polonia e Romania. L’accusa che in questi Paesi non si rispettino di diritti della comunità Lgbtiq è una mistificazione della realtà». «Nonostante i continui tentativi dell’Unione europea di interferire in queste materie – ha concluso Fidanza – noi non cediamo e continueremo a batterci per i nostri valori e per la libertà dei popoli e dei cittadini».

 

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