Il dolore muscolo-scheletrico: le conseguenze della pandemia e e la normale qualità di vita

20 Set 2021 16:29 - di Camilla Bianca Mattioli

Molto interesse, a Roma, per il terzo Congresso Nazionale della Si-Guida sul dolore muscolo-scheletrico e sull’Algodistrofia. Scopo degli incontri affrontare gli aspetti clinici, chirurgici e riabilitativi del paziente con dolore muscolo-scheletrico non oncologico. Una condizione che colpisce circa il 26% della popolazione italiana, di cui circa il 40/50% sono persone over 65 anni. Impedisce una normale qualità di vita. Nelle fasce di età più giovani inoltre, il dolore riduce anche l’attività lavorativa.

Il dolore muscolo-scheletrico e i farmaci

Questa patologia crea pertanto una condizione di dipendenza dai farmaci e di dipendenza psicologica dal problema. È stata aggravata dall’impatto della pandemia da Covid-19. Tra le personalità di rilievo, presente anche il prof. Umberto Tarantino, della Fondazione Policlinico Tor Vergata nonché presidente della Si-Guida. «L’impatto della pandemia ha sicuramente aggravato lo stato dei pazienti affetti da dolore muscolo-scheletrico. Laddove il dolore era ancora a livello acuto o sub-acuto è diventato inesorabilmente un dolore cronico e persistente che limita la vita». Sono le parole dello stesso Tarantino, come riporta l’Adnkronos. Il professore segnala che proprio a causa del Covid- 19 è venuta a mancare la comunicazione tra paziente e specialista. Questo ha costretto il paziente a curarsi in maniera autoreferenziata, con una terapia sicuramente non adeguata.

Tutti gli aspetti, a partire dalle cause

L’aggravante sta nel fatto che anche la cronicità legata all’assunzione di farmaci è assolutamente pericolosa. «In questo periodo, situazioni correggibili con la riabilitazione sono degenerate. E hanno portato i pazienti a dover subire interventi chirurgici». Nella riunione congressuale sono affrontati ad esempio i temi legati all’artrosi e ai dolori che essa può provocare. «Andremo a fare il punto anche sul dolore lombare», spiega. «Sappiamo infatti che il 16% delle persone, almeno una volta nella vita, andranno a dire al medico di avere un dolore al rachide. Affronteremo tutti gli aspetti legati al dolore, a partire dalle cause andando poi ad esaminare come un dolore acuto possa diventare cronico».

La qualità di vita e il dolore muscolo-scheletrico

«La nostra è una gestione interdisciplinare dove ortopedici, reumatologi e fisiatri operano insieme per guidare e curare il paziente nel modo migliore. Il dolore cronico, se persiste, può provocare ansia e depressione. Questo fa peggiorare la qualità di vita del paziente. Daremo infine dei consigli, specificando quando situazioni complesse richiedono interventi chirurgici. O quando una buona riabilitazione, insieme alla terapia farmacologica, può dare uno stimolo a far riprendere la vita nella normalità».

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