I Talebani rapiscono i bambini e ammazzano civili, Conte e Travaglio insistono: “Non sono terroristi”
La strage prosegue, nel Panshir, ma per Giuseppe Conte (e il suo sodale Marco Travaglio) i Talebani non sono terroristi, quindi si può e si deve dialogare con loro, insieme con la Cina e la Russia e con chiunque abbia interesse a tenere un piede in Afghanistan, E gli Usa? Dopo la grande fuga ora chiedono garanzie scritte ai Talebani come condizione per l’invio di aiuti umanitari. Lo ha detto ieri l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, durante la conferenza dei donatori a Ginevra. “Le parole non bastano. Servono i fatti”, ha affermato, sottolineando che in Afghanistan sono a rischio i diritti delle organizzazioni internazionali delle minoranze e delle donne. “Le agenzie umanitarie non possono svolgere il loro lavoro se i talebani non rispettano questi impegni e i principi umanitari”, ha detto Thomas-Greenfield intervenendo in video conferenza. L’ambasciatrice ha quindi annunciato nuovi aiuti Usa all’Afghanistan per quasi 64 milioni di dollari.
La strage dei Talebani nel Panshir
In un clima surreale di trattative e giustificazionismi, dopo quelle sui rapimenti dei bambini e delle donne, arrivano notizie di altre stragi dei Talebani: almeno 20 civili sono stati uccisi nella valle del Panshir in Afghanistan, teatro di combattimenti tra gli studenti coranici e le forze di resistenza. E’ quanto sostiene di aver scoperto la Bbc, che parla di comunicazioni interrotte nella valle sotto il controllo dei Talebani e di “prove” sugli omicidi nonostante le promesse di moderazione da parte dei nuovi ‘padroni’ di Kabul. Tra le prove, l’emittente britannica cita un video girato su una strada del Panshir in cui si vede un uomo con indosso un’uniforme militare – cosa comune nella valle anche tra i civili – circondato da combattenti Talebani. Si sentono colpi di arma da fuoco e si vede l’uomo crollare a terra.
La trattativa Conte-Talebani
“Non dobbiamo confondere i talebani con i terroristi” ma “per quello che stanno realizzando – a dispetto delle prime dichiarazioni – non è un sistema che possiamo condividere”, ha detto ieri sera Giuseppe Conte a Quarta Repubblica su Rete4, allineandosi alle posizioni di Massimo D’Alema. Una posizione alla quale si aggancia, guarda caso, anche l’editoriale di Marco Travaglio, questa mattina, sul “Fatto Quotidiano“, nel quale si plaude alla lungimiranza di “Giuseppi” che aveva chiesto prima di tutti all’Occidente di unirsi alla linea della trattativa con i Talebani alla Russia e alla Cina: “Un mese fa, quando lo disse Conte per l’Afghanistan, e ancor prima quando lo praticò da premier firmando gli accordi per la Via della Seta e il 5G e predicando in Parlamento una politica estera “multilaterale”, mancò poco che gli atlantisti de noantri lo lapidassero per alto tradimento…”. Ora che succede? Che lo ha scritto il Corriere della Sera…