Clima, il grido di dolore del Papa: «A rischio la salute del pianeta, facciamo tutti il nostro dovere»
La salute del pianeta è «drammatica, non c’è più tempo per aspettare». Lo sottolinea Papa Francesco in un messaggio ai partecipanti ad un evento dell‘Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Environment and human rights. Bergoglio chiede di agire «con speranza, coraggio e volontà, prendendo decisioni concrete. Non possono essere rimandate domani, se hanno come fine quello di proteggere la casa comune e la dignità di ogni essere umano». Bergoglio ricorda che anche se la Santa Sede è Paese Osservatore. In tale veste «segue con particolare attenzione e interesse ogni attività del Consiglio d’Europa».
Così Papa Francesco in un messaggio al Consiglio d’Europa
L’impegno è sostenere e valorizzare «ogni iniziativa e decisione concreta di questa Organizzazione» in grado di migliorare la «drammatica situazione in cui versa la salute del nostro pianeta». «La Santa Sede – spiega ancora il Pontefice – è convinta che ogni iniziativa del Consiglio d’Europa non si debba limitare solo allo spazio geografico di questo Continente, ma, a partire dalla nostra cara Europa, possa raggiungere il mondo intero. In questo senso, si vede con interesse la decisione che il Consiglio d’Europa vorrà prendere per la creazione di un nuovo strumento giuridico atto a legare la cura dell’ambiente al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.
«Non si può più aspettare»
«Non c’è più tempo per aspettare – ha incalzato il Papa -, bisogna agire. Ogni strumento che rispetti i diritti umani e i principi della democrazia e dello stato di diritto, valori fondamentali del Consiglio d’Europa, può risultare utile per affrontare questa sfida globale». Oltre ad invocare un «reale cambiamento di rotta» sul clima, Papa Bergoglio ha ricordato che si «dovrebbe parlare anche dei doveri di ogni essere umano per vivere in un ambiente sano, salutare e sostenibile». Ma non sempre accade. «Quando parliamo solo di diritti – ha infatti sottolineato – pensiamo unicamente a ciò che è a noi dovuto. Dobbiamo pensare anche alla responsabilità che abbiamo verso le generazioni future, e al mondo che vogliamo lasciare ai nostri bambini e ai nostri giovani».