“C’era una volta mio fratello”, la vita di Tony Augello in un libro che è anche romanzo di formazione (video)

6 Set 2021 15:44 - di Adele Sirocchi
Tony Augello

“Se entri in un esercito mica te ne vai più, per questo siamo ancora qua”. Quando dice così, per Andrea Augello si leva l’applauso. E’ l’omaggio a Tony, il fratello Tony, il camerata, l’uomo, il politico, il ragazzo che si dava sempre grandi avventure da vivere. Lo scenario è il giardino di un ristorante romano. Il pubblico oscilla tra i 50 e i 70 anni. Gente che ha visto molto e che non ha voglia di dimenticare.

Andrea Augello presenta a Roma il libro “C’era una volta mio fratello”

Qui Andrea Augello, ex senatore, ex sottosegretario, autore di libri sul fascismo e l’arditismo e ora a capo dell’associazione 12 Querce fondata in ricordo di Tony (appassionato di “Via col vento”) presenta il libro “C’era una volta mio fratello”. (Il libro non è in vendita, si fa un’offerta e i soldi vanno all’associazione, che sta raccogliendo materiali per un archivio dei giornali e delle riviste di destra).

Luciano Lanna: Tony Augello è stato un traghettatore

Con lui due giornalisti: Luciano Lanna (che ha firmato anche la prefazione al libro) e Salvatore Merlo del “Foglio”. Sono loro a disegnare la cornice narrativa e politica in cui si iscrive l’avventura di Tony. “Tony – dice Lanna – fa parte della generazione dei baby boomer. E’, come loro, pieno di vita e di curiosità. Vuole sfidare il mondo. Cerca l’avventura di cui si è nutrito con le letture dell’infanzia insieme ad Andrea. L’attivismo degli anni Settanta non gli basta, è un orizzonte troppo piccolo: Tony intuisce che bisogna andare oltre la politica come mera testimonianza. Tony è un traghettatore: porta la sua comunità verso la normalità della politica che non è più scontro ma intervento sulla realtà per renderla migliore”.

Salvatore Merlo: così Tony Augello diventò fascista

Tony è come il Mercuzio di Shakespeare – sottolinea Salvatore Merlo – “un paragone che nel libro viene proposto. Lo sfidarsi per gioco e incoscienza che poi diventa tragedia. Non sono stati forse questo gli anni Settanta? Non è per questo motivo che Tony diventa fascista, 14enne a Bari, quando assiste all’assalto di un banchetto della Giovane Italia e si schiera con i giovani del Msi? Secondo me questo è nel racconto di Andrea un punto di svolta, che rende esemplari le scelte di Tony Augello”.

Tony Augello ha vissuto la politica come passione e come avventura

Poi l’uditorio, decine e decine di uomini e donne che Tony non lo hanno dimenticato, si concentra sulle parole del fratello che ha scritto, del fratello che ha ricordato, del fratello che si è preso su di sé l’onere di dare un seguito a una storia interrotta da una morte prematura. “La politica dev’essere anche passione e divertimento, non solo marketing. Tony si appassionava, e si divertiva. Noi non ci annoiavamo, oggi la politica si è fatta noiosa”. “Noi non ci siamo resi conto che la guerra da poco finita era ancora così vicina, non si era allontanata abbastanza”. “Volevamo fare della nostra militanza qualcosa di irripetibile. Mio fratello che si batte per Tor Marancia contro la speculazione edilizia pur sapendo che la sua avventura umana è giunta al termine ci è riuscito”. “Ho scritto il libro per raccontare Tony come è stato veramente e spero che possa aprirsi una riflessione su cosa manca oggi alla politica. La visione? Un orizzonte culturale? Perché oggi si fanno i tweet invece di cercare di andare nel Panshir contro talebani? La storia di Tony forse ci può aiutare a recuperare lo spirito giusto, o se non altro a mettere a fuoco i problemi”.

Se si aprirà un dibattito grazie a questo libro, non è dato sapere. Di certo è l’auspicio di Andrea Augello: “Tanti si danno alla memorialistica sugli anni Settanta. Io non ne ho alcuna intenzione. Ho scritto la storia di Tony anche per far sapere che gli anni Settanta erano brutti, e non vanno mitizzati”. E Tony infatti sapeva guardare avanti, sapeva guardare oltre, seppe essere protagonista di una storia che è diventata paradigma.

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