Bologna, bufera a sinistra. Dopo l’altolà della famiglia Prodi si ritira il capolista di Lepore
A Bologna arriva alla fine il passo indietro di Roberto Grandi. Era il capolista della lista civica Matteo Lepore, il candidato del centrosinistra. Ma Grandi è anche l’uomo che nell’inverno del 2020 investì con la sua auto il nipote di Romano Prodi, Matteo, che aveva solo 18 anni. Un incidente mortale.
E ora il cugino di Matteo, Lorenzo Prodi, accusa il candidato sindaco di leggerezza per una candidatura che la famiglia Prodi giudica inopportuna. “Ritengo inopportuna e fuori luogo la candidatura di Roberto Grandi con un processo alle porte. E ritengo infelice partecipare a un memorial per la morte di un ragazzo diciottenne e candidare chi è accusato di omicidio stradale nei suoi confronti”. Inciso, quest’ultimo, che è rivolto proprio a Matteo Lepore che, in qualità di assessore, partecipò al memorial per la morte di Matteo. Un caso umano e privato che diventa subito polemica politica e che getta ombre sulla campagna elettorale del candidato di centrosinistra.
Così Grandi ha deciso di ritirarsi dalla competizione elettorale e ha annunciato con questa dichiarazione di avere deciso di farsi da parte: “Le parole di Lorenzo Prodi – sottolinea Grandi – mi inducono a venire meno a un imperativo morale che mi sono dato dal giorno del tragico incidente. Custodire la ferita aperta nello spazio intimo e privato della mia vita e non fare alcuna dichiarazione che avrebbe ferito la famiglia di Matteo. Lo sanno le tante persone che da quei giorni terribili mi sono vicine”.
“Mi sono poi forzato di mantenere nello spazio pubblico quell’impegno verso le istituzioni e la società che ha connotato tutta la mia vita – continua Grandi – ho continuato nel mio ruolo di presidente della Istituzione Bologna Musei fino a quando mi sono dimesso per mettere a disposizione la mia competenza, l’impegno e la passione per il bene comune in Consiglio Comunale. Oggi – prosegue – a oltre un mese dall’annuncio della mia candidatura, e a una decina di giorni dalla data delle elezioni, questa scelta è ritenuta inopportuna da Lorenzo Prodi, che giudica addirittura provocatoria una mia frase tesa a sottolineare la centralità del valore della libertà di movimento dell’infanzia. Cosa ovviamente lontana da ogni mio intendimento. Prendo atto di queste affermazioni”.