Vaccinazione, la storia infinita: siamo alla terza dose, ma la soluzione non sta nella ripetitività

5 Ago 2021 11:11 - di Antonio Saccà
Vaccinazione

Occorre lottare smisuratamente perché non ci raggiunga la follia di imporre la vaccinazione ed una  seconda follia: strappare dal lavoro e dal salario e dallo stipendio chi rifiuterà di vaccinarsi. Bisogna nitidamente far comprendere che l’accrescimento delle vaccinazioni non elimina contagi e malattia, sminuisce, pare, la gravità della dannosità della malattia. Quindi converrebbe vaccinarsi. Sì. Ma non imporre la vaccinazione.

Vaccinazione, la difesa irraggiungibile

Perché? Perché imporre una soluzione non risolutiva è socialmente e psicologicamente letale. Come mai? Evidente, se io proclamo, da oggi in avanti sarai difeso radicalmente, ed invece non dico il vero, il soggetto (il cittadino) ragiona e si dice: perché devo fare qualcosa che non mi garantisce la salute? Gli si risponde: ti difende sminuendo il pericolo di una malattia mortale. Ah, dite questo, risponde il soggetto (il cittadino). Allora perché  mi assegnate una terza dose, perché discutete di varianti non tutelate! Già, davvero strano, siamo già alla terza dose, sembra che la difesa sia irraggiungibile o come le utopie millenaristiche spostata nel tempo infinito; lontano, lontano, al sessantesimo vaccino, alla ventiduesima variante. Ma noi dobbiamo vivere  oggi, ora, adesso, subito. E se le vaccinazioni non risolvono del tutto, occorrono soluzioni  aggiuntive.  Che non consistono nella vaccinazione obbligatoria e nella vaccinazione, per i motivi detti: non eliminano contagi e malattia. Quindi illogico  dare offerta esclusivamente di vaccini se i risultati stanno nel continuare a vaccinare.

I dubbi sono leciti

Ma c’è ancora un residuo di sensatezza:la soluzione starebbe nei vaccini ma per essere risolutivi i vaccini devono ripetersi! Che soluzione è una ripetizione? Ripetere non è risolvere ma continuare a cercare di risolvere. C’è un termine? Qualcuno è certo che la terza vaccinazione basterà? E chi può crederlo se questo veniva detto per la seconda vaccinazione, addirittura per una vaccinazione unica! La Scienza sperimenta, dubita. Giustissimo. E lasciamo che il cittadino dubiti: se dubita la Scienza perché il cittadino non dovrebbe dubitare?

Dicono: no, è certo che chi è vaccinato può contagiarsi, stare male, però con rischi attenuti sulla gravità del male. E’ l’argomento decisivo dei “vaccinisti”. Ed è un argomento serio, consistente. Ma entriamo in altro campo, non più strettamente medico. Se i contagi sono possibili sia o meno il cittadino vaccinato, resta tuttavia l’argomento: il cittadino non vaccinato può ammalarsi in forme gravi, mortali. Orribile. Infatti. Ma non è compito dello stato impedire al cittadino di ammalarsi, in nessun paese si proibisce al cittadino di fumare o di inebriarsi di alcolici. Si dice:ma il fumatore non contagia, né il bevitore. Vero. Ma abbiamo detto che tutti, ripeto:tutti sono contagiosi, vaccinati e non vaccinati, quindi il non vaccinato non è maggiormente afflittivo dei vaccinati.

Dove sta l’errore

Al dunque: l’errore sta nel fondamento: questi vaccini non sono risolutivi. Si giri e rigiri, i vaccini non sono risolutivi, almeno al momento. Quindi continuare nel percorso dei vaccini vale continuare sulla via della irrisoluzione.  Micidiale. Micidiale perché taluno forzerà la situazione credendo che il difetto non sia nei vaccini ma nella vaccinazione non totale. Mi auguro che non si dia effetto a tanto errore.  Il difetto è nei vaccini non nei vaccini limitati. Anche se totalizziamo la vaccinazione cosmica la malattia resterà e contagerà. In forma lieve, sembra. Ma è un’altra questione, non confondiamo eliminazione della malattia con attenuazione della malattia. Allora, non vaccinarsi? No,liberamente vaccinarsi, decidere individuo per individuo.  Il non vaccinato non mette a rischio il vaccinato in quanto vaccinato, mette a rischio se stesso? Sì. Come il fumatore, il bevitore, il guidatore di macchine, chi traversa una via, chi prende l’ascensore, chi viaggia in aereo! Questa nuova follia che dobbiamo essere protetti e non proteggerci è  la fine della vita associata come autodeterminazione.

Se io non metto a rischio gli altri perché vaccinati e metto a rischio il non vaccinato cosciente del rischio: ebbene questa è la vita associata. La libera vita associata deve consentire al cittadino di fare del male a se stesso! Preciso, se per quel che riguarda i contagi vaccinato e non vaccinato si pareggiano, la differenza consiste nel non vaccinato: che può subire un malanno più grave del vaccinato(se è vera l’ipotesi). Egli agisce come il fumatore ed il bevitore, si rovina la vita, ma cessa l’argomento cardinale dei “vaccinasti”, che non vaccinandomi danneggio il prossimo; no, vaccinati e non vaccinati, siamo esposti a danneggiare il prossimo.

Questione di coerenza

Come mai tanta sicumera sulle vaccinazioni e siamo già alla terza dose, siamo alle avvisaglie di nuove varianti? Dove è la protezione? Ma si ripete la stessa proposizione; il vaccinato si ammalerebbe in forma minima. Il non vaccinato patirebbe assai, e costerebbe assai. Esatto. Come chi ha il tumore ai polmoni, come l’alcolizzato. Bisogna mantenere la coerenza. O lo Stato giunge ad impedire ogni possibile danno a se stesso per ogni cittadino o lo Stato pone delle regole,  ma chi fa male a se stesso lo può fare.

Non trattare da irresponsabili i non vaccinati

A qualcuno  non appare comprensibile a quale situazione di dominio giungeremmo se il cittadino fosse impedito anche di fare male a se stesso!Stiamo vivendo con disinvoltura temi essenzialissimi. Ma poi, quale male farebbe il cittadino non vaccinato?Anzi. Egli cerca altre vie per proteggersi. Il che non gli è consentito. E siamo al nodo. Il non vaccinato vuole proteggersi addirittura più del vaccinato e non vuole vaccinarsi perché non ritiene che i vaccini lo proteggono. E’ l’esatto opposto del pensiero corrente.

Il non vaccinato non vuole rischiare il male, crede che il male stia nel vaccinarsi. Ha ragione? Cerca, tenta,indaga. Distanziamenti, mascherine, areazione, sanificazione, mani lavate, verde, diete, amore per gli animali, spesso non mangiare carne, antinfiammatori, anticorpi monoclonali , naturali e artificiale, e protocolli difensivi. Non è un irresponsabile, il contrario, dicevo, non crede che i vaccini siano esclusiva soluzione. Certo, tenuto conto che siamo alla terza vaccinazione e all’annuncio di nuove varianti la fiducia nei vaccini si attenua. Non è un irresponsabile, non intende recare male a sé e agli altri, ritiene sensate altre vie di salvezza. Sbaglia, il non vaccinato? Certo non impedisce la libertà di vaccinarsi. Invece vogliono impedire la libertà di non vaccinarsi!

 

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