Mattia Santori col Pd lascia i “soci” senza parole. Tutti i «no comment» dei fondatori delle Sardine

26 Ago 2021 11:13 - di Natalia Delfino
mattia santori

Si trincerano dietro il «no comment» i cofondatori delle Sardine, che di parlare della candidatura di Mattia Santori a Bologna con il Pd non ne hanno voglia. Così, se a ridosso della notizia, la calabrese Jasmine Cristallo si compiaceva della scelta di Santori, a distanza di giorni dall’annuncio gli altri azionisti del “marchio” «6000 sardine» sembrano invece non volersi sbilanciare affatto, specie su un eventuale futuro con i dem.

Su Mattia Santori col Pd «no comment» dalle altre Sardine

A cercare di intervistare Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni, che insieme a Santori hanno ciascuno il 25% dei diritti sul logo delle «6000 Sardine», è stata l’Adnkronos. Senza però riuscire a ricavarne granché. «Non intendo rispondere, né su questo tema né su altri. È diverso tempo che non mi espongo mediaticamente e non intendo riprendere…», è stata la risposta ottenuta da Garreffa, che di lavoro fa la guida ambientale.

Il nodo del rapporto con i dem

«Sosteniamo tutti Mattia. Per il resto non ho altro da dire in questo momento», si è limitato a dire Morotti, project designer. E alla domanda se dopo l’ingresso di Santori nelle liste dem le Sardine abbiano ancora un futuro o se siano destinate a confluire definitivamente nel Partito democratico, l’ingegnere ha risposto che «questo lo vedremo nei prossimi giorni e nei prossimi mesi». «Ci saranno dichiarazioni in merito da parte di Mattia e degli altri ragazzi… Quando ci sentiremo di esprimere dei commenti lo faremo tramite i soliti canali, le nostre pagine Facebook e Instagram», ha aggiunto.

«La verità la sappiamo noi»

«Non faccio dichiarazioni, ci sono già persone che stanno parlando», ha replicato poi la fisioterapista Trappoloni. Un silenzio che equivale a una presa di distanza da Santori? «No, chi vuole interpretarlo così lo interpreta così, tanto la verità la sappiamo noi. Non c’è nessun problema assolutamente, va tutto bene», ha sostenuto. E così a difendere a spada tratta Santori, che si è subito attirato critiche per le sue prime uscite da candidato, tra le quali l’idea del «primo stadio del frisbee a Bologna», non è rimasta che lei, Cristallo, che ha lamentato «una forma di vero e proprio bullismo messo in scena da un (presunto) ceto politico e intellettuale».

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