Il Pd provoca la Meloni sul green pass. Lei lancia la sfida: “Se torneranno dad e chiusure dovrete scusarvi”

12 Ago 2021 19:32 - di Augusta Cesari
Meloni Pd Green pass
Un post sui social è la risposta che Giorgia Meloni dà ai tanti attacchi che stanno partendo nei suoi confronti da esponenti del Pd. E’ un fuoco di fila. Ogni esponente dem  a ritmo serrato le sta gettando discredito per le sue posizioni sul green pass. Posizioni da sempre critiche, ribadite con congnizioni di causa anche nell’intervista al Corriere della Sera oggi in edicola. La misura è davvero colma, per cui la  leader di Fratelli d’Italia ha voluto dare una risposta univoca a tutti i vari esponenti del Pd che l’hanno presa di mira. Una risposta, ma soprattutto un segnale politico. “Il Pd si mobilita e fa uscire dichiarazioni in serie di suoi esponenti contro di me per aver detto che il Green Pass è una misura che uccide la nostra economia senza essere utile a fermare il contagio”. Questa la premessa.

Green pass, il Pd provoca, la Meloni lancia la sfida

“Il ritornello è sempre lo stesso: “il Green Pass impedisce le chiusure”. Solo che i dati – continua a scrivere Giorgi Meloni – dicono tutt’altro. Del resto non si capisce come misure così insensate (tipo l’obbligatorietà del Green pass al bar per chi vuole sedersi; ma non per chi vuole prendere il caffè al bancone) dovrebbero fermare il contagio. Facciamo così, cari colleghi: se a ottobre torneranno la Dad o le chiusure, nonostante queste vostre intelligenti misure, mi aspetto come minimo cheoltre a provvedere ai risarcimenti – chiediate pubblicamente scusa alle attività che state devastando e sulle quali scaricate responsabilità che dovrebbero appartenere al governo. Chi ci sta?”. 

Il Pd attaccca in massa la Meloni

La natura degli attacchi alla Meloni è di questa “levatura”: “Mi sfugge quale sia la proposta alternativa di chi tra i politici come Giorgia Meloni rifiuta il green pass. Chiudere tutto di nuovo? E in che modo questo aiuterebbe l’economia? In una fase così delicata non bisognerebbe mai cedere alla propaganda. Neanche dall’opposizione”. Lo scrive su Twitter Anna Ascani, vicepresidente del Pd e sotto segretaria al Mise. Un esempio, tra gli altri attacchi pervenuti via agenzie e via social, di quanto poco il Pd viva sulla terra. L’accusa più riptutta è che sia un’irresponsabile nella sua critica alla miura del green pass come arma per sconfiggere il virus. E’ il Pd che invece non si sta accorgendo del disagio in cui stanno annaspando le tante categorie.

I dem non vivono sulla terra: il griso d’allarme degli imprenditori

E’ la posizione del Pd a rivelarsi ancora una volta strumentale e ideologica. Perché basterebbe ascoltare il grido di allarme di migliaia di imprenditori ed esercenti penalizzati per capire quanto questa misura sia inutile. Fa bene quindi Giorgia Meloni a ribadire che il green pass è una misura economicida. I commenti su Fb concordano con la lettura della presidente dui FdI. Molti sul web ammettono che tanti virologi ed esperti “hanno  dichiarato che il green pass non è uno strumento di sanità pubblica ma serve soltanto per convincere le persone a vaccinarsi. Affermando che non è vero che aumenta la sicurezza”, scrive un’utente. “Il Green pass non è stato approvato in Spagna solo da noi non è possibile fare nulla avvocati magistrati costituzionalisti non c’è nessuno che può fare qualcosa?”. Un altro ancora: “Non solo dovranno chiedere scusa a tutti gli italiani. Devono dare seguito con relative dimissioni del governo;  o almeno di Speranza e del CTS. Sono capaci solo di ricattare”.

Fidanza: “Pd spudorato”

“Gli esponenti del Pd che in batteria attaccano Giorgia Meloni hanno superato il limite della decenza”, attacca  il capodelegazione di Fdi-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. “Dicono che il green pass ha consentito di riaprire attività che altrimenti non avrebbero aperto, omettendo di dire che lo scorso anno, senza vaccini e con i protocolli di sicurezza, le stesse attività erano apertissime. Sono talmente spudorati da citare a supporto del green pass addirittura le discoteche, a cui non hanno consentito di riaprire proponendo ristori ridicoli”.

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