I Talebani: le donne dovranno indossare l’hijab. L’appello Unicef per i bambini: catastrofe umanitaria
Le donne? “Non perderanno nulla”, assicura a Sky News Suhail Shaheen, il portavoce dei Talebani che, da Doha, manda messaggi, a volte rassicuranti a volte minacciosi a mezzo mondo per conti dei nuovi padroni dell’Afghanistan.
Tutto sta a capire cosa significhi quel “nulla” per i Talebani. E Suhail Shaheen non esita a spiegarlo quali saranno i diritti ma, soprattutto, i doveri delle donne afghane sotto il giogo talebano: “Solo se non indosseranno l’hijab”, saranno problemi. Seri.
Ma, per il resto, bontà dei Talebani, “le donne devono avere gli stessi diritti che hanno nel vostro Paese, ma con un hijab“.
E poi ancora, a dispetto delle molte denunce che stanno circolando in queste ore, il portavoce dei nuovi padroni dell’Afghanistan sostiene: “le insegnanti hanno ripreso il lavoro. Non hanno perso nulla. Le giornaliste hanno ripreso a lavorare. Non hanno perso nulla”.
Il portavoce dei Talebani ha anche bollato come “fake news” le notizie di scuole chiuse in alcune province dell’Afghanistan e le accuse ai Talebani per rastrellamenti casa per casa.
“Molte notizie diffuse dai nostri avversari affermano cose – ha detto – che non si basano sulla realtà“.
E sulle scene degli afghani che cercano in tutti i modi di lasciare il loro Paese ha sostenuto che “vogliono vivere nei Paesi occidentali”.
“E’ una sorta di migrazione economica perché l’Afghanistan è un Paese povero e il 70% delle persone vive sotto la soglia di povertà – afferma Shaheen. – Non si tratta di essere spaventati” dai Talebani, ‘nuovi padroni’ dell’Afghanistan.
Di certo la situazione è drammatica dal punto di vista umanitario.
“Oggi, circa 10 milioni di bambini in Afghanistan hanno bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere”, lancia l’allarme l’Unicef che stima in “un milione di bambini” quelli che “soffriranno di malnutrizione acuta grave quest’anno e, senza cure, potrebbero morire. Un numero stimato di 4,2 milioni di bambini non vanno a scuola, fra cui oltre 2,2 milioni di bambine. Da gennaio, le Nazioni Unite hanno registrato oltre 2.000 violazioni gravi dei diritti dei bambini. Circa 435.000 bambini e donne sono sfollati interni“.
E ci sono tre emergenze in arrivo con cui le persone più fragili in Afghanistan si dovranno misurare a breve.
“I bisogni umanitari dei bambini e delle donne, inoltre, aumenteranno nei prossimi mesi a causa di una forte siccità e della conseguente carenza d’acqua, delle devastanti conseguenze della pandemia da Covid-19 e l’inizio dell’inverno”, avverte l’Unicef.
“Esortiamo i Talebani e altre parti ad assicurare che l’Unicef e i nostri partner umanitari abbia accesso sicuro, tempestivo e senza restrizioni per raggiungere i bambini che ne hanno bisogno ovunque si trovino – lancia un’appello ai nuovi padroni dell’Afghanistan l’organizzazione umanitaria delle Nazioni Unite. – Inoltre, tutti gli operatori umanitari devono avere lo spazio di operare secondo i principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza”.
L’Oms e l’Unicef chiedono un “accesso immediato e senza ostacoli per consegnare medicinali e altre forniture salvavita a milioni di persone bisognose di aiuto, comprese 300.000 persone sfollate solo negli ultimi due mesi”.
L’Afghanistan rappresentava, svelano Oms e Unicef, “la terza operazione umanitaria più grande del mondo, con oltre 18 milioni di persone che richiedevano assistenza”.
Di qui la richiesta per “l’immediata istituzione di un ponte aereo umanitario per la consegna continua e senza ostacoli degli aiuti in Afghanistan” poiché, al momento, “nessun aereo commerciale” è “attualmente autorizzato ad atterrare a Kabul, non abbiamo modo di far arrivare gli aiuti nel paese e a chi ne ha bisogno”.