Gli insulti dei giornali di De Benedetti sono medaglie al valore: Giorgia Meloni ne vada fiera

4 Ago 2021 18:35 - di Marzio Dalla Casta
Meloni

Sulla testata c’è scritto Il Domani, ma è millantato credito. L’Altroieri risulterebbe più credibile. Di certo più coerente con la tendenza al torcicollo che il giornale diretto da Stefano Feltri ostenta ogni qualvolta il discorso cade sulla destra. Già, basta la parola per vedere risucchiate dal mostro della caverna le mirabilie dell’era digitale, che pure (giustamente) il quotidiano debenedettiano non manca di celebrare. Prova ne sia il folle periodare usato per recensire il libro della MeloniIo sono Giorgia“. Non che non siano ammesse le stroncature, ci mancherebbe. A patto, tuttavia, che poggino su qualcosa di reale e di concreto, tipo grammatica o sintassi. Ma non è così nel caso del libro della Meloni, dove la stroncatura è ad hominem, anzi ad feminam.

La Meloni: «La crescita di FdI fa paura al mainstream»

Leggere per credere: «Leader estremisti di questa foggia in passato hanno arrecato danni irreparabili alla nostra Italia, all’Europa e all’umanità. Per come è messo il mondo oggi, possono fare altrettanto danno. Non vanno sottovalutati». Che vi dicevamo? C’è scritto Il Domani, ma si legge L’Altroieri. Più che normale, quindi, che la diretta interessata abbia risposto a tono. «Capito, sì – scrive infatti la Meloni su Fb -? Io e Fratelli d’Italia saremmo un rischio per l’umanità, come Hitler. Ma quanto fa paura la nostra crescita a certo mainstream se pur di attaccarci sono costretti a scrivere simili idiozie?». Tanto, aggiungiamo noi. Diversamente non staremmo qui a parlarne.

Si chiama Il Domani, ma andrebbe meglio L’Altroieri

E neanche ne varrebbe la pena se non fosse che l’editore del giornale dalla testata rea di millantato credito, cioè Carlo De Benedetti, sia lo stesso che ospite della Gruber non si trattenne dal dire, con evidente soddisfazione, che in caso di vittoria del centrodestra alle elezioni la Ue avrebbe chiuso i rubinetti finanziari all’Italia. Della serie: “Il popolo decide? E chi se ne frega!” Sublime. Altrove, parole così avrebbero scatenato l’inferno più e meglio del segnale del Gladiatore. In Italia, no. È riverito, protetto e consultato come l’oracolo di Delfi nei momenti cruciali. In più, quando può, fonda giornali che dispensano patenti di democrazia a chi dice lui. Non riceverla è una medaglia al valore. Giorgia Meloni ne vada fiera.

 

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