Enrico Ruggeri e il “concerto senza green pass”: bufera per un suo tweet. La replica è dura

14 Ago 2021 10:32 - di Fortunata Cerri
Enrico Ruggeri

«Al mio concerto senza green pass». Enrico Ruggeri, con un tweet, ha acceso il dibattito alla vigilia del suo concerto a Genova. «Una piccola grande vittoria: domani a Genova sarà possibile accedere al mio concerto anche senza green pass: gli addetti della Croce Bianca effettueranno tamponi gratuiti ai possessori del biglietto. (lo avevo proposto un anno fa). Spero di creare un precedente. A domani», twitta il cantante. Tra gli utenti, però, c’è chi fa notare che “tampone negativo = green pass”.

Enrico Ruggeri: concerto senza green pass

Ruggeri, a questo punto, replica affermando che «la vittoria è: vedo il concerto senza dover fare il vaccino e senza spendere soldi per il tampone», offerto gratuitamente come spiegato nel tweet iniziale. Paradossalmente, l’iniziativa del cantante viene osteggiata da due lati. «Tampone negativo = green pass… cosa hai inventato? Neanche a cantare ti si sopporta… genio», scrive una persona. Dall’altra sponda, c’è chi accusa Ruggeri di essersi piegato “alle regole demenziali”. Amareggiato Enrico Ruggeri. «Riuscire a beccarsi insulti da ambedue le fazioni solo per aver difeso diritti e cercato soluzioni», twitta alla fine il cantante. «Forse fanno bene quelli che tacciono e non prendono mai una posizione, se non per correre in soccorso dei vincitori».

Enrico Ruggeri loda Giorgia Meloni

Il cantautore a maggio si era espresso favorevolmente nei confronti di Giorgia Meloni premier. Intervistato da Libero, il giornalista gli aveva chiesto: Giorgia Meloni al governo come la vedrebbe? E Ruggeri aveva risposto: «Be’ sì, avremmo finalmente una donna premier. E, a quelli che tifano per le quote rosa, vorrei ricordare che non ne abbiamo ancora avuta una».

«Le quote ? Una forzatura»

Il neofemminismo delle quote gli fa orrore. «Io sono convinto che uomini e donne debbano avere pari opportunità lavorative. Ma la tesi per cui al Festival di Sanremo ci deve essere la stessa quota di donne e uomini o nella segreteria del Pd ci deve essere un equilibrio di genere, è una forzatura, la classica soluzione che evidenzia ancor di più il problema. E poi in molti casi il sessismo non c’entra: le calciatrici, ad esempio, si lamentano perché i calciatori guadagnano di più. Ma allora anche i giocatori maschi di hockey dovrebbero lamentarsi in quanto guadagnano meno dei calciatori. Questi ultimi prendono più soldi solo perché il calcio maschile è lo sport più richiesto dagli spettatori. È il mercato e non il sesso degli atleti a determinare i loro introiti».

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