Così Draghi ha congelato il Parlamento: avanti a colpi di fiducia (2,3 mese). Solo Monti ha fatto peggio

15 Ago 2021 18:08 - di Carlo Marini
Draghi Monti

Draghi peggio di Monti. O quasi. Con quattordici voti di fiducia in sei mesi, senza considerare quella posta all’atto dell’insediamento, il governo di SuperMario viaggia con una media di 2,3 al mese, secondo solo all’esecutivo di Mario Monti, in un raffronto basato sulle ultime tre legislature.

Dopo i 262 sì, i 40 no e i due astenuti e i 535 sì, i 56 no e i 5 astenuti, con i quali l’attuale esecutivo ottenne la fiducia, rispettivamente, al Senato il 17 febbraio e alla Camera il giorno dopo, le Assemblee di Palazzo Madama e Montecitorio sono state chiamate come detto in altre quattordici occasioni a rinnovare il proprio consenso su provvedimenti di iniziativa governativa, sempre su decreti legge fatta eccezione per il disegno di legge di riforma della giustizia.

Con SuperMario i parlamentari devono solo votare sulla fiducia


Nelle prime due occasioni è stata la volta del Senato su testi ereditati dal precedente Governo: il decreto milleproroghe (25 febbraio, 222 favorevoli, 23 contrari, 7 astenuti) e il decreto sulla riforma del Coni (10 marzo, 214 a favore, 32 contro, 4 astenuti).
Il 28 aprile è stata invece la Camera con 458 sì e 52 no a votare la fiducia sul decreto che ha stabilito il rinvio in autunno delle elezioni comunali, regionali e suppletive. Poi una doppia fiducia sul decreto legge sostegni: al Senato il 6 maggio (207 sì, 28 no e 5 astenuti), alla Camera il 18 (472 sì, 49 no e 2 astenuti).

Dopo i 466 sì, i 47 no, con un astenuto, della Camera l’8 giugno sul decreto riaperture, nuova doppia fiducia sul dl sostegni bis: alla Camera il 14 luglio (444 favorevoli e 51 contrari), al Senato il 22 (213 a favore, 28 contro e un astenuto).

Ancora un doppio passaggio per il decreto legge sul Recovery: alla Camera il 23 luglio (350 sì e 44 no), al Senato il 28 ( 213 i sì, 33 i no). Poi il 2 agosto i due voti di fiducia della Camera su altrettanti articoli del ddl Cartabia di riforma della Giustizia: 462 sì, 55 no e un astenuto; 458 sì, 46 no e un astenuto.

In mezzo la fiducia del Senato, il 29 luglio, sul decreto legge sulla Pubblica amministrazione (168 a favore e 9 contrari), con replica alla Camera il 5 agosto (386 a favore, 43 contrari).

Draghi viaggia verso il record di Monti

In media quindi 2,3 voti di fiducia al mese, un dato che nelle ultime tre legislature, in base a dati elaborati da Openpolis, pone il Governo Draghi subito dopo quello di Mario Monti, che guida la classifica con 3 voti di fiducia al mese, e di poco davanti al Conte due, che ha una media di 2,25. Seguono i Governi Gentiloni (2,13), Renzi (2), Letta (1,11), Berlusconi quattro (1,07), Conte uno (1).

I provvedimenti dell’attuale esecutivo approvati con doppio voto di fiducia sono stati invece 4. Anche qui un’elaborazione di Openpolis offre un raffronto con i Governi delle ultime tre legislature. Questa classifica è guidata da Renzi (22 testi), seguito dal Conte 2 (15), Gentiloni (11), Conte uno (4 come Draghi), Letta (1).

 

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