Vissani: «Il green pass è una follia. Certi politici non si rendono conto della realtà»

14 Lug 2021 19:59 - di Redazione
green pass

«Il green pass per accedere al ristorante è una follia, ma se dovesse essere l’unico modo per evitare le chiusure dei locali, che green pass sia!». Allo chef Gianfranco Vissani e a suo figlio Luca l’idea del lasciapassare, insomma, non va molto a genio. Ma di una cosa sono certi: «Le chiusure sono una scelta irripetibile». Dunque, a questo punto, dopo due anni contrassegnati dalla «miopia delle scelte politiche verso imprenditori, lavoratori e pensioni minime», va bene anche il green pass pur di scongiurarle.

Il green pass? Per Vissani è «una follia»

Intervistati dall’Adnkronos, i Vissani sono un fiume in piena. «Se non impariamo a convivere con questa situazione sanitaria varianti incluse, mentre si cammina per uscirne, sarà uno sfacelo per l’Italia». «Dopo due anni così, dove chi ha goduto del reddito di cittadinanza è stato al sicuro e chi, invece, è finito in Cig ha fatto la fame, due anni in cui la gran parte delle attività hanno avuto perdite stratosferiche, mentre c’è chi ha incassato cifre inimmaginabili lavorando in un settore merceologico legato alla sanità e chissà che non si auguri altre varianti, dopo tutto questo – hanno detto – serve un governo che agisca con chiarezza e si renda conto della realtà».

«Non accetto lezioni da certi politici»

«E, invece – hanno sottolineato – leggiamo parole assurde di esponenti politici che vogliono dare lezioni agli imprenditori. Inaccettabile. Gli imprenditori non hanno il panno caldo dello stipendio sicuro a fine mese come i politici e ritengono preziosi i propri dipendenti. Ecco perché trovano inaccettabili le lezioni di certi politici che dicono “pagate i giovani e assumeteli che ci sono”. Ecco, farebbero bene a tacere e a impegnarsi perché non si ripeta quello che è accaduto in questi due anni. Le chiusure – hanno ricordato Gianfranco e Luca Vissani – sono una scelta irripetibile».

Non solo green pass: «Ci hanno chiuso, ma le bollette…»

«Irripetibile poi – hanno proseguito – anche alla luce del fatto che nessuno ha pensato a calmierare le bollette della luce per esempio che ora sono anche aumentate, mentre la gente ancora è scioccata e non esce facilmente di casa e gli stranieri che arrivano in comitiva storcono il naso quando gli chiediamo di rispettare il distanziamento fino a decidere di andarsene. Noi però – hanno ricordato – i frigoriferi dobbiamo tenerli accesi e così tutto il resto con spese che, nel nostro caso specifico, si aggirano intorno ai 100mila euro l’anno solo di luce».

Il reddito di cittadinanza e il lavoro in nero

E questo «senza contare il milione di euro di fatturato perso durante il lockdown. I politici dicono sempre le stesse cose da 30 anni in un Paese, l’Italia, che è il più tassato del mondo. Un Paese in cui ci sono pensioni ridicole, da fame vera, e in cui chi ha davvero bisogno non è tutelato, salvo eccezioni naturalmente perché se da un lato il reddito di cittadinanza sarà andato anche a chi effettivamente ne aveva necessità, in molti altri casi è andato a chi nel frattempo lavorava in nero».

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