Terapie intensive, i nuovi pazienti sono i non vaccinati. Ma il mese di agosto sarà ancora gestibile

27 Lug 2021 13:29 - di Redazione

“L’emergenza non è finita e in questi giorni stiamo osservando un lieve aumento dei ricoveri Covid in area medica e in terapia intensiva”. Per “la stragrande maggioranza” si tratta di “pazienti non vaccinati. Ma dobbiamo sempre considerare che l’impatto sugli ospedali dell’aumento dei contagi va valutato dopo 15-20 giorni”.

“Ad oggi non gridiamo ‘al lupo al lupo’, ma crediamo che il mese di agosto sarà gestibile da un punto di vista delle terapie intensive. Dobbiamo però ricordarci di essere ancora attenti e non abbassare la guardia, come invece ci sembra stia spingendo” a fare “una certa parte politica”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac).

Attualmente (dati del bollettino nazionale di ieri) i ricoverati sono 1.694 (124 in più rispetto al giorno precedente), di cui 182 nei reparti di terapia intensiva (4 in più). “L’effetto delle vaccinazioni riesce a contenere il presumibile aumento dei ricoveri legato all’incremento dei contagi, effetto visto nelle precedenti ondate”, osserva Vergallo.

Il presidente del sindacato degli anestesisti rianimatori ospedalieri avverte però uno scollamento nell’unità di intenti che dovrebbe portarci fuori dalla stagione pandemica. “Partiamo dal fatto – dice – che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che vanno conciliate le esigenze della salute con quelle dell’economica”. Secondo Vergallo, quello che sta accadendo con “l’aumento dei contagi dopo il via libera alle riaperture era prevedibile e previsto da molti”.

Ora però “serve una spinta a completare le vaccinazioni della popolazione – esorta il numero uno di Aaroi-Emac – per limitare l’incremento ai soli contagi e non alle ospedalizzazioni. Oggi è questa la sfida che va vinta tutti uniti”.

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