Il senatore dem Tommaso Cerno al centro di un caso di bonifici sospetti: “Sono amici che mi aiutano…”
L’agenzia Bnl del Senato ha segnalato all’antiriciclaggio l’ex direttore dell’Espresso, attuale senatore Pd, Tommaso Cerno. Lo riporta oggi il quotidiano La Verità.
Secondo quanto scrive Simone Di Meo, Cerno avrebbe ricevuto in un anno bonifici per oltre 35mila euro da parte di due “benefattori”. Infatti, i bonifici in questione sono stati tutti registrati come “regalia”, “rimborsi” e “anticipo spese casa”.
Come riporta l’articolo, «ai funzionari dell’istituto di credito, l’ex direttore dell’Espresso e già vicedirettore di Repubblica, ha spiegato che si tratta di omaggi ricevuti da amici per “poter sostenere il medesimo tenore di vita avuto al tempo della professione editoriale”».
Ecco chi sono i due amici che “sostengono” Cerno
Se chi trova un amico trova un tesoro, Cerno ne ha trovati addirittura due. La Verità ha dato anche i nomi dei due amici che sostengono Cerno, in difficoltà economiche con il solo stipendio da senatore.
Uno è Stefano Balloch. «Sindaco di Cividale del Friuli (luogo di residenza del giornalista). Formalmente iscritto a Forza Italia, ma fin troppo libero nella scelta delle alleanze e delle simpatie politiche, soprattutto quando sfociavano nel campo avverso». Spicca infatti, «il suo feeling mai troppo nascosto con Debora Serracchiani e per la buona stampa che gli ha sempre garantito l’ex direttore del Messaggero Veneto. Un certo Tommaso Cerno». L’altro è «Bruno Tommasini, stilista di cui il parlamentare Pd è stato testimone di nozze nel 2016 in occasione del primo matrimonio omosessuale celebrato a Marciano della Chiana, in provincia di Arezzo».
Tommaso Cerno da giornalista guadagnava di più
A onor del vero, secondo un’inchiesta delle Iene del febbraio scorso, Cerno figura effettivamente tra i pochi parlamentari ad avere diminuito il proprio reddito da quando è entrato in politica. Secondo l’elaborazione della trasmissione di Italia Uno, il senatore dem presenta il segno negativo di -65.894. Forse per questo non ama partecipare ai lavori del Senato. Troppa fatica, pagata poco. Non a caso, scrive Di Meo «è il senatore più assenteista di Palazzo Madama (è presente a 22 votazioni su 100)».
Anche Sgarbi e Paragone in politica ci hanno rimesso
Non è solo Cerno a guadagnare meno con l’ingresso in Parlamento. Anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi ci sta rimettendo (-16.451). Mentre, addirittura in profondo rosso ci sarebbe un altro ex giornalista. Gianluigi Paragone, ex M5s ora nel misto, con -315.506. Chissà se anche lui, come Cerno, ha problemi ad arrivare a fine mese.