Genova, 20 anni dopo: gli agenti del G8 non possono difendersi. Per la Corte Ue “prove inammissibili”

17 Lug 2021 13:15 - di Giovanni Pasero
G8 Genova

A 20 anni esatti dal G8 di Genova del luglio 2001, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato ‘inammissibili’ i ricorsi presentati da alcuni poliziotti condannati per l’irruzione alla scuola Diaz. La Cedu, infatti, ha stabilito che non è ammissibile il ricorso di Massimo Nucera. L’agente scelto del Nucleo speciale del Settimo Reparto Mobile di Roma dichiarò di aver ricevuto una coltellata durante l’irruzione nella scuola Diaz. Nonché di Maurizio Panzieri, all’epoca dei fatti Ispettore capo aggregato allo stesso Nucleo speciale. Quest’ultimo siglò il verbale su quello che i giudici ritennero fosse un finto accoltellamento. Entrambi sono stati condannati a tre anni e cinque mesi (di cui tre condonati).

La Corte europea ha dichiarato inammissibili i ricorsi


Allo stesso modo, la Corte europea ha dichiarato ‘inammissibile’ il ricorso di Angelo Cenni e altri due colleghi. I due erano capisquadra del VII Nucleo 1° Reparto Mobile di Roma. La Cedu, si legge nel provvedimento relativo a Nucera e Panzieri, “ha esaminato il ricorso summenzionato così come è stato presentato. La Corte ritiene che, nella misura in cui il ricorrente denuncia la valutazione delle prove e l’interpretazione del diritto da parte delle giurisdizioni interne e contesta l’esito della procedura, il ricorso fa fronte ad una quarta istanza”. 

La Corte Ue nega la facoltà di difendersi ai poliziotti del G8 di Genova

“Il ricorrente – prosegue la Corte – ha potuto presentare le sue ragioni in tribunale. Gli è stata data risposta con decisioni che non sembrano essere arbitrarie o manifestamente irragionevoli, e non ci sono prove che suggeriscano il fatto che il procedimento è stato ingiusto. Ne consegue che queste accuse sono manifestamente infondate ai sensi dell’articolo 35.3 a) della Convenzione. La Corte dichiara il ricorso irricevibile”.


Stessa sorte per il ricorso, dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte europea, presentato da Angelo Cenni e dai colleghi. “Alla luce di tutte le prove di cui dispone, la Corte ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli. Ne consegue che queste accuse sono manifestamente infondate”. Pertanto, “la Corte dichiara il ricorso irricevibile”.

Il ricorso: “L’intero processo era basato su prove lacunose e carenti”

Nel ricorso presentato da Nucera a Panzieri attraverso l’avvocato Silvio Romanelli, fra i molti aspetti era sottolineato che “l’esame condotto dalla Corte di Cassazione non è stato effettivo ed equo. Infatti, la stessa non ha realmente preso in considerazione, confutandole, le ragioni di doglianza esposte dai ricorrenti.

“L’intero processo – si legge nel ricorso – è basato su un materiale probatorio carente e lacunoso. Tuttavia, ciò non ha portato ad una sentenza assolutoria ma ad un accertamento della responsabilità penale a prescindere dalle risultanze processuali. Le fonti testimoniali raccolte dal giudice della cognizione erano già valse a decretare l’archiviazione del procedimento nei confronti dei presunti aggressori. Nonostante la scelta della pubblica accusa di chiedere l’archiviazione delle imputazioni nei confronti dei possibili esecutori materiali delle violenze, evidentemente determinata dalle difficoltà incontrate nella loro individuazione, gli imputati sono stati dichiarati responsabili per i reati loro ascritti, dal Tribunale di Genova” per i fatti commessi durante il G8 e “venivano condannati a tre anni di reclusione (interamente condonati) e alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena”.

 

 

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