Europei, la festa appena cominciata è già finita. I virologi: «Gli assembramenti apoteosi del virus»

12 Lug 2021 11:58 - di Redazione
Europei

La festa appena cominciata, è già finita. Quella della vittoria agli Europei, s’intende. Neanche il tempo di una clacsonata collettiva e già virologi, “dotti, medici e sapienti”, lanciano l’allarme. «I festeggiamenti nelle piazze – avverte infatti l’infettivologo Massimo Andreoni – sono l’apoteosi della trasmissione del virus. La cosa migliore per aumentare la sua trasmissibilità». Ci sarà da credergli, visto che è direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) nonché primario di Infettivologia al policlinico romano di Tor Vergata. Tanto più ora con la variante delta che rischia di annullare i vantaggi accumulati finora con la campagna vaccinale, come purtroppo conferma la risalita dei contagi. «Ci sono focolai anche in Italia – ricorda in proposito – e tutto lascia intendere che questa variante stia diventando dominate con grande velocità».

Da Andreoni a Crisanti è tutto un allarme

Che è poi più o meno lo stesso di quel che sostiene Andrea Crisanti, tra i più assidui frequentatori del piccolo schermo da quando imperversa il virus. Non a caso ha parlato dagli studi tv di Agorà, su RaiTre. «La variante delta – dice – è a un passo dal diventare resistente ai vaccini. Quindi meno si trasmette e meglio è. Penso che bisognerebbe combinare la campagna vaccinale e allo stesso tempo rafforzare la nostra capacità di tracciamento». Dito puntato contro i festeggiamenti anche da parte del sottosegretario alla Salute, l’onnipresente Pier Paolo Sileri. «Gli Europei – è la tesi dell’esponente grillino – hanno accelerato la diffusione della variante in Italia». Ragion per cui, «entro dieci giorni la delta sarà prevalente». Ciò nonostante, assicura, «non c’è bisogno di ripristinare l’obbligo di mascherina all’aperto». In alternativa, il sottosegretario punterebbe sul «rafforzamento dei controlli in caso di assembramenti», con annesse «sanzioni».

Sileri esclude (per ora) il ritorno alle zone colorate

«Il fatto che l’Italia sia arrivata in fondo – argomenta – ha accelerato la diffusione della variante nel nostro Paese». Un po’ come dire che in fondo è colpa della squadra di Mancini, arrivata alla finale degli Europei. Dai microfoni di 24 Mattina, trasmissione di Radio24, Sileri è stato meno perentorio nell’escludere il ritorno alla suddivisione per colori il territorio nazionale. Prima ha detto di vedere, «con i numeri attuali», la necessità di un ritorno di alcune regioni in «zona gialla». Poi rinviare ogni decisione alle «prossime settimane». Insomma, dice e non dice. Sa bene che la misura è colma. In ogni caso, per capire qualche destino ci attende, più che ai ricoveri, bisognerà guardare alla curva dei contagi. E questo, spiega, «perché l’età media dei nuovi positivi si abbassa e i giovani si ammalano di Covid in forma lieve».

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