Ddl Zan, bufera sulla garante dei minori che accusa: il gender apre la porta a pedofilia e poligamia

8 Lug 2021 9:24 - di Ginevra Sorrentino
Ddl Zan e gender

Ddl Zan, per la garante dei minori dell’Umbria il testo tanto dibattuto, arrivato alla sua calendarizzazione in Aula, apre la porta a pedofilia e zoofilia. L’accostamento, forte e inquietante, ha scatenato la bufera su Maria Rita Castellani. Che, spedita e pregnante nelle sue rilevazioni durissime, accusa: il testo apre la porta a pedofilia e zoofilia. M5S e Fratoianni di SI non ci stanno. Ma invece di replicare specificamente nel merito. Di smantellare architrave e fondamenta delle teorie puntualmente enucleate dalla garante per i minori, urlano genericamente all’insulto e alla vergogna…

Ddl Zan, bufera sulla garante dei minori

Ddl Zan e dintorni: le premesse di alcune considerazioni sono forti, e il tema è delicato. Così, nelle ultime ore si è scatenato l’inferno su Maria Rita Castellani, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Umbria. La quale, argomentando perplessità di base e approdi possibili del disegno di legge contro l’omotransfobia, ha associato tesi e antitesi del gender, arrivando quindi a sostenere che, tra le righe del Ddl Zan, sarebbe insita la legittimazione di pedofilia e zoofilia. Tutto contenuto in un articolo del disegno di legge, che praticamente azzererebbe la distanza tra desiderio e realtà…

Ddl Zan, all’articolo 1, punto d, cambia il concetto d’identità

«Sì, perché nel decreto Zan all’articolo 1, punto d, si legge che per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione», scrive la garante per i minori dell’Umbria. E poi prosegue: «Pertanto il concetto d’identità cambia, non è più quello antropologico che conosciamo da sempre e che distingue persona da persona a ragione di evidenze biologiche, ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto.

L’attacco filologico e politicamente duro della Castellani al Ddl Zan

Un attacco filologico, e politicamente duro, quello della Castellani, che ha portato il dibattito allo scontro ideologico più duro da quando è cominciata la discussione su un tema delicato e controverso come quello del gender: un detonatore che il Ddl innesca pericolosamente, con l’intento, sostiene la garante dei minori dell’Umbria, «di eliminare il concetto binario del maschile e del femminile per un individuo ibrido, che può scegliere tra 58 identità distinte, esistenti separatamente o insieme, ma anche nessuna, quando si desidera essere fluidi. A questo punto la confusione è totale e il disordine ontologico prende il posto di ogni ordine naturale».

Il sesso biologico cederà il passo al sesso culturale?

In altre parole, se si può essere, accreditare, diventare quello che ciascuno si sente di essere a prescindere dalla nascita biologica e dalla registrazione anagrafica, allora, asserisce la garante, «il sesso biologico non avrà più importanza dal punto di vista sociale perché conterà soprattutto il sesso culturale. Cioè quello percepito. Come d’altra parte – si spinge ancora più oltre la Castellani, fino alle conseguenze estreme – si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età».

«Poligamia e incesto non più tabù, ma libertà legittime»

«Fino al punto – incalza ed eleva all’ennesima potenza la portata delle sue recriminazione la garante dei minori – che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù, ma libertà legittime. Questo scenario non è così improbabile e non deve stupire nessuno. Poiché già da anni, in alcuni Paesi europei, si sono avanzate proposte di legge in questo senso per poter avere rapporti sessuali con bambini». Parole forti. Deduzioni allarmanti. Sottolineature che pescano nel torbido di rimandi e paralleli che la Castellani rileva dal testo del Ddl Zan e a cui forse bisognerebbe semmai replicare e argomentare nel merito.

I sostenitori del Ddl Zan contro la Castellani

E invece la bufera di in queste ore parlano i media rimanda a una generica, per quanto veemente, levata di scudi di tutti i parlamentari. Che, per esempio gli esponenti pentastellati, lungi dal entrare nello specifico delle recriminazioni sollevate dalla Castellani, hanno fin qui parlato di «insulto»: «Ai diritti che vogliamo garantire… a tutte le persone LGBT… e a tutti i bambini che avrebbero bisogno di essere “garantiti” nella loro formazione e nella loro vita e non ingannati con teorie assurde che vogliono solo screditare una legge che punta alla tutela di tutti».

Fratoianni: «Torni nelle caverne da cui è venuta»

Con riferimenti alla vergogna: che ha spinto altri detrattori della garante a dire di lei non come e perché, ma quanto «non sia adeguata a ricoprire questo ruolo di garanzia e debba dimettersi». Fino all’esternazione più dura: quella del segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ha invitato la Castellani a «tornare nelle caverne da cui è venuta».

 

 

 

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