Centrodestra, così non va. Ecco a cosa può portare la tattica dei dispetti alla Meloni

17 Lug 2021 9:04 - di Valerio Falerni
Meloni

Ma che colpa abbiamo noi?” Ci vorrebbe giusto Shapiro per decifrare la tensione che si respira nel centrodestra, icasticamente evidenziata dallo screzio tra Ignazio La Russa e Licia Ronzulli ieri a Milano. Già, che colpa ha Fratelli d’Italia se continua ad avanzare nei sondaggi, insidiando il primato della Lega e quindi le legittime ambizioni di leadership sulla coalizione del suo Capitano? Nessuna, evidentemente. Se poi a non piacere è il ruolo di opposizione di FdI rispetto al governo Draghi, beh allora bisognava dirlo in quel momento. Presentare il conto ora per allora non ha senso. Non lo ha avuto sulla ostinata difesa della prima poltrona del Copasir, non lo ha ora che l’asse tra Salvini e Tajani ha scelto il Cda della Rai per fare il dispetto a Giorgia Meloni.

Il partito della Meloni pretende chiarezza dagli alleati

Perché è chiaro che ogni azione scatena una reazione uguale e contraria. Tanto è vero che ora FdI rivendica la presidenza della Vigilanza Rai, oggi appannaggio dei forzisti. Le sarebbe già toccata per una consolidata prassi parlamentare che la vuole in capo all’opposizione. Alla luce della estromissione del rappresentante (uscente) indicato a suo tempo da FdI nel Cda di viale Mazzini, è ora una necessità inevitabile. La Russa lo ha già fatto capire. Comunque sia, urge una mossa. Tanto più che, tempo un mese,  scatterà la campagna elettorale per le Amministrative con al centro le maggiori città italiane e rispettive aree metropolitane. Accordi già chiusi, vero, ma non dappertutto (vedi Bologna) e ora con il concreto pericolo che la situazione sfugga di mano. Qualche bagliore in tal senso già si scorge in Calabria, dove si vota per la Regione.

Chi ha paura della crescita di FdI?

Quando la Meloni dichiara che «la vicenda Rai ha conseguenze enormi per la democrazia italiana», non rivendica lo strapuntino per il suo partito, ma pone una questione di “sistema“. FdI è, in questa fase, la opposizione. In più (secondo l’ultima media settimanale di YouTrend) guida la classifica dei sondaggi. Si può immaginare che il partito più forte sia fuori dal governo, sia perché parliamo di sondaggi sia  perché nessuno glielo ha imposto. Non è invece neppure lontanamente immaginabile che si tenti di tenerlo fuori da tutto proprio la sua crescita fa paura. E qui si torna a bomba, anzi a Shapiro: «Ma che colpa abbiamo noi?».

 

 

 

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