Vaccini, FdI: «Per bambini e adolescenti troppe incertezze sui rischi: vanno sospesi»

16 Giu 2021 19:27 - di Federica Parbuoni
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Non ci sono dati sufficienti sui potenziali effetti avversi, anche a lungo termine, e le notizie che arrivano da dove è stata avviata da tempo sono tutt’altro che rassicuranti. Sono questi, in sintesi, i motivi che hanno spinto FdI a presentare una mozione al governo per chiedere di sospendere i vaccini di massa nei bambini e negli adolescenti, «se non in presenza di indicazioni specifiche per singoli casi». La mozione è stata presentata al Senato, primo firmatario il capogruppo in commissione sanità Franco Zaffini, e sottoscritta da tutto il gruppo di FdI.

FdI al governo: «Sospendere i vaccini per bambini e adolescenti»

«Siamo tutti d’accordo che vi possano essere dubbi e perplessità sul fatto che occorra vaccinare i minori per proteggere gli adulti, per questo riteniamo che sia necessario un ulteriore supplemento di indagine», ha spiegato Zaffini in Aula, auspicando che «la nostra mozione possa trovare consenso unanime tra le forze parlamentari». Il testo, infatti, si basa sulle evidenze e sulle considerazioni della comunità scientifica a livello internazionale, dove numerose sono state le voci che hanno chiesto più che cautela nella vaccinazione dei bambini.

Cosa dicono i dati di Germania, Israele e Usa

In particolare, la mozione di FdI cita i casi della Germania, di Israele e degli Usa, oltre a un appello dei medici britannici. A Berlino, la Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) del “Robert Koch Institut”, che è l’equivalente del nostro Iss, indica come «generalmente non raccomandato» l’uso del vaccino Comirnaty (Pfizer/Biontech) nei bambini sani. In Israele, dove la vaccinazione sui giovanissimi con sieri a mRna è iniziata da tempo, i report riferiscono «275 miocarditi nei giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni». Anche negli Usa l’ultimo rapporto di vigilanza dei Cdc, i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, registra, dopo la somministrazione di Pfizer e Moderna, miocarditi «superiori rispetto all’atteso».

L’allarme dei medici britannici

In Gran Bretagna, poi, il 20 maggio scorso un gruppo di medici ha scritto una lettera aperta all’ente regolatorio per farmaci e salute, il Mhra, che corrisponde alla nostra Aifa, sollevando dubbi pratici ed etici sulla vaccinazione dei minori. «È irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino Covid-19», hanno scritto i medici britannici, ricordando che ancora non si conoscono tutti i potenziali effetti avversi connessi ai vaccini, specie quelli a lungo termine. E che, vista la scarsissima aggressività del Covid nei bambini, la valutazione tra rischi e benefici di malattia e vaccini per loro è assai diversa che per gli adulti e deve far propendere per non somministrare il siero ai giovanissimi. Fra le patologie che potenzialmente i vaccini potrebbero innescare i medici citano quelle autoimmini, possibili effetti su placenta e fertilità, malattie neurodegenerative basata sui prioni.

Una procedura «subordinata a condizioni»

Del resto, ricorda la mozione di FdI, la stessa Aifa ha autorizzato l’uso del vaccino Comirnaty nei ragazzini «con procedura “subordinata a condizioni”. Ciò significa che devono essere forniti ulteriori dati su questo medicinale».

Le richieste di FdI al governo

Per tutti questi motivi, anche facendo riferimento alle normative nazionali ed europee, quindi, FdI chiede che al governo tre interventi: «Attivare urgentemente il Comitato etico dell’Istituto superiore di sanità per la valutazione benefici/rischi della somministrazione dei vaccini Covid-19 agli under 18»; «Sospendere la vaccinazione di massa degli under 18, se non in presenza di indicazioni specifiche per singoli casi, in attesa che la comunità scientifica disponga di dati sufficienti a sciogliere i dubbi legati agli eventi avversi resi noti» dalle autorità di sorveglianza sanitaria dei Paesi in cui la vaccinazione sui minori è a uno stadio più avanzato; «Potenziare la rete di Farmacovigilanza con un sistema dedicato al Covid-19» che interagisca non solo a livello nazionale, ma anche europeo e internazionale.

 

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