Tony Iwobi: «Gli italiani non sono razzisti, ma a qualcuno fa comodo dipingerli così»
Tony Chike Iwobi boccia lo ius soli. «Non è prioritario rivedere una delle leggi migliori a livello europeo». Il senatore della Lega, primo parlamentare di origini africane, in un’intervista a La Verità spiega: «Non ha senso obbligare chi è figlio di genitori stranieri a diventare cittadino italiano. C’è chi magari non lo desidera neppure, perché un giorno vuole tornare nel suo Paese d’origine».
Tony Chike Iwobi sull’immigrazione «occorrono regole»
Sull’immigrazione ha le idee chiare. Bisogna smettere «di confondere l’immigrazione che è propria del dna dell’uomo, parola e atto nobile di chi è in movimento e viaggia, con quello che accade nel nostro Paese da anni. Perché occorrono regole, e sono il compito sacrosanto della politica sana. E glielo dice un immigrato». Arrivato con il permesso di soggiorno. Ma c’è chi scappa dalla sofferenza, gli fa osservare la giornalista. «Forse si parla troppo poco di tutti quei giovani italiani che hanno dovuto lasciare il nostro Paese per trovare qualcosa di migliore all’estero. E poi vorrei parlare di dati. Perché altrimenti si fa politica sul nulla». I dati cosa dimostrano? «Che l’immigrazione può essere una ricchezza se gestita. E che la sinistra li ignora perché è comodo che la gente non li conosca. Ci sono 5.306.548 stranieri comunitari ed extracomunitari in Italia, che incidono sulla popolazione per l’8,8%. Tra questi 3.438.707 sono i permessi di soggiorno validi. Nessuno poi parla dei tipi di permessi di soggiorno». Perché? «Perché mentre 1.657.591 sono i permessi per famiglia, e 1.403.505 quelli per lavoro, i permessi per asilo politico sono 194.799. E poi si tace sempre del valore dei contributi di chi produce ricchezza per il Paese in maniera regolare».
Tony Iowbi: «Gli italiani non sono razzisti»
Nell’intervista si parla di razzismo. E su questo punto Iwobi non usa mezzi termini. «Guardi, dobbiamo stare attenti a usare certi termini. Cos’ è il razzismo? È quando un individuo pensa di essere superiore all’altro. Un atteggiamento che cade con la conoscenza reciproca, sempre. Oggi si usa un termine per alimentare un’ideologia politica, ma è un errore anche concettuale. Le scuse di Letta per il suicidio di un ragazzo di colore dimostrano come ci sia in ballo un’operazione mediatica e politica. Non va bene». Non vorrà dirci che l’hanno accolta tutti nel migliore dei modi. «Invece glielo dico. È ovviamente impossibile che tutti stiano dalla tua parte, ma ho sempre goduto del rispetto dalla quasi totalità della comunità in cui vivo». E infine. «Quando arrivai le auto avevano ancora la targa “BG”: per me ha sempre significato “brava gente”. Sono profondamente diffidenti, ma appena ti conoscono ti danno l’anima. La verità è che gli italiani razzisti non lo sono. E che c’è a chi fa comodo dipingerne alcuni così».