Sgarbi stuzzica gli avversari: serve una mostra su Roma fascista, momento di grande architettura

11 Giu 2021 10:43 - di Francesco Severini
Sgarbi

Vittorio Sgarbi è già un vulcano di idee per Roma. Ha già la testa al Giubileo del 2025, come spiega al Messaggero. Un Giubileo “che sarà la grande occasione per rimettere Roma sul palcoscenico del mondo e riportarla ad essere la capitale della culturale universale”. E Sgarbi vuole coinvolgere Rutelli e Veltroni in questo evento.

Sgarbi: come consulente porterò al Campidoglio Geminello Alvi

Per la Capitale – spiega Sgarbi – servono i volenterosi, al di là della destra e della sinistra. Sgarbi ha intenzione di pescare anche nel mondo grillino, tra coloro che – ovviamente – hanno litigato con Virginia Raggi. E non si farà mancare l’appoggio degli intellettuali. “Mio consulente sarà Geminello Alvi“.

Il “vero colpo sarebbe avere con noi Figliuolo”

“Il vero colpo – dice ancora al Messaggero – sarebbe avere il generale Figliuolo con noi al Campidoglio: per la logistica e per tante altre cose. Serve un esercito di volontari, ma a pagamento, che faccia aprire tutte le chiese di Roma spesso abbandonate e un generale che guidi, con buon senso e spirito pratico, l’uscita di questa metropoli da una febbre che, anche al netto del Covid, dura da troppo tempo».

Sgarbi: mettere a sistema i musei di Roma

Tra gli altri progetti: «Il Comune ha 78 musei, serve metterli a sistema insieme ai musei statali, ai musei privati, ai Musei Vaticani – settimi nella classifica dei più visitati del mondo – e coordinando il tutto faremo un Louvre diffuso che farà impallidire quello parigino». Quanto al candidato sindaco Michetti “io – continua Sgarbi –  sarò la luce sgarbiana che in campagna elettorale farò di Michetti una celebrità e lui, dopo, in cambio mi lascerà mano libera sulla cultura».

Sì ai grandi eventi al Colosseo

Sgarbi è un’opportunità ma anche un rischio: troppa teatralità? Gli chiede Mario Ajello. E il critico d’arte replica: «Serve anche quello. Basta avere le idee chiare. Sarebbe possibile, ad esempio, aprire il Colosseo – come dice anche il ministro Franceschini – a grandi spettacoli. Basta che non siano i concerti dove la gente va a gonfiarsi di birra e a buttare le lattine sulle pietre antiche».

La mostra su Roma al tempo del fascismo

E infine il gusto della provocazione culturale. Serve- afferma Sgarbi – una “esposizione molto coraggiosa su Roma al tempo del fascismo“. E non teme le polemiche: “Ci proveranno quelli che non capiscono nulla. La Roma fascista è stata l’ultimo momento della grande architettura in questa città. Dopo, la Repubblica democratica non avrebbe dato uno stile alla sua Capitale. E questo ha contribuito purtroppo alla svalutazione di Roma agli occhi della nazione”.

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