Ppe, Lega “vigilata speciale” in Europa. Governo, Salvini: «Non sono “ultrà” di Draghi»

8 Giu 2021 16:59 - di Valerio Falerni
Salvini

Arriva dall’Europa un primo riconoscimento per il nuovo corso di Matteo Salvini. Ed è targato Ppe. Giunge infatti dal tedesco Manfred Weber, capogruppo degli Popolari a Strasburgo. È un po’ la conferma che per la Ue, l’Italia guidata da Mario Draghi è una sorta di laboratorio politico in cui sperimentare lo svuotamento delle forze populiste e sovraniste. Prima è toccato al M5S, ormai irriconoscibile rispetto a quello delle origini e ora è il turno del Carroccio. Che l’esame sia in corso lo confermano proprio le parole di Weber. «La Lega, e il suo leader – dice – dovrebbero concentrarsi sul lavoro del governo Draghi, focalizzato sulle riforme previste dal Piano di ripresa». È solo il primo step. «Per quest’anno, questo è l’obiettivo. Poi – rimarca – si vedrà quanto affidabili e costruttivi si saranno rivelati i partiti».

Weber (Ppe): «Ora pensiamo alle riforme, poi si vedrà»

Salvini è quindi sotto osservazione. Il che spiegherebbe l’ardore filo-Draghi dell’ultima settimana così come il confuso progetto di fusione-federazione con Forza Italia. L’estemporaneità è un po’ la cifra del capo della Lega e non è quindi da escludere che le sue più recenti posizioni siano finalizzate a trovare sponda nei Palazzi europei. Prova ne siano le parole pronunciate poco fa a margine dell’assemblea di Federcuochi a proposito della federazione del centrodestra. Queste: «Gli italiani chiedono alla politica unità, concretezza e velocità. Se invece di essere in dieci a dire dieci cose diverse, ragioniamo a monte per dire una cosa sola, per il centrodestra, in Italia e in Europa, è un bene per noi, per Draghi, per il governo». Significa, ha concluso, «nessuna annessione, nessuna fusione, ma una collaborazione».

Salvini blocca ancora il Copasir

Quanto al suo rapporto con il premier, Salvini la butta sul personale: «Sono una persona concreta e Draghi è una persona concreta, oltre che autorevole». Parla pure dell’incontro di ieri. «Abbiamo parlato di rilancio, di pensioni, di tasse, di lavoro, di immigrazione, dell’Italia del futuro e siamo d’accordo al 99 per cento», dice. Assoluta coincidenza di vedute, dunque, e non fede da tifoso. «Io ultrà di Draghi? No io sono un’ultrà dell’Italia, se le idee di Draghi coincidono con il bene dell’Italia, la Lega è assolutamente al suo fianco». Nel frattempo, Salvini tiene ancora bloccato il Copasir. «Le nostre dimissioni restano – spiega – perché l’organismo non è legittimamente composto». La seduta del Comitato che vigila sui Servizi è convocata per domani per eleggerne il presidente. Per legge, spetta a Fratelli d’Italia. Ma l’atteggiamento della Lega rischia di vanificare tutto. In barba all’auspicata «collaborazione» del centrodestra. 

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