L’Italia zona bianca da domani: ecco cosa cambia. Ultima incognita l’obbligo di mascherina
L’Italia da domani torna in bianco. Tutto il Paese, ad eccezione della sola Valle d’Aosta – unica regione ancora gialla – da lunedì sarà in zona bianca: governo e Cts decretano finalmente l’agognato traguardo che, pur prevedendo misure e regole anti Covid, dispone comunque misure meno restrittive. Valide, quindi, anche per la Basilicata, la Calabria, la Campania, le Marche, la Toscana, la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano dopo la firma della nuova ordinanza da parte del ministro Speranza. Niente coprifuoco, che sparisce però anche in zona gialla. E nessun limite di presenza ai tavoli dei ristoranti all’aperto.
L’Italia in zona bianca da domani
Più nel dettaglio: da domani ci si potrà spostare senza limiti di orario. Bar, ristoranti e le altre attività di ristorazione sono aperti. Il provvedimento consente senza restrizioni anche la vendita con asporto di cibi e bevande e la consegna a domicilio, che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Le nuove regole prevedono che in zona bianca all’aperto non ci siano limiti di persone ai tavoli (tra i quali deve esserci comunque il distanziamento di un metro). Mentre nei bar e nei ristoranti al chiuso potranno sedere allo stesso tavolo massimo sei persone salvo che siano tutti conviventi. Resta invece il divieto di assembramento. E, soprattutto, dopo tanto dibattere e discutere, sia all’interno dell’esecutivo che in ambito scientifico, resta l’obbligo della mascherina: sia all’aperto sia al chiuso.
Per l’addio alla mascherina bisogna aspettare ancora
L’ultimo simbolo del Covid sta per cadere anche in Italia, riporta, tra gli altri, il sito di Rainews, «ma la data definitiva su questa disposizione non arriverà prima della prossima settimana. E ancora una volta sarà il Comitato Tecnico Scientifico a fornire il proprio parere al Governo». Sulla fine dell’obbligo di mascherina – per il momento solo negli spazi all’aperto a meno che non ci si trovi in una situazione in cui è impossibile garantire il distanziamento – già ci sono alcune date possibili. E si fa sempre più compatto il fronte di chi spinge perché l’addio al dpi coincida con l’inizio luglio. Forse il 5. O comunque, non più tardi del 12 del prossimo mese. Ma la data, per il momento, ancora non c’è…
Il punto su Rt e nuovi contagi
L’indice Rt nazionale è intanto allo 0.69. Secondo quanto riportato dal report dell’Iss venerdì scorso, continua ancora il calo dell’incidenza, con 19 casi su 100.000 abitanti. «Tutte le Regioni e le province autonome sono classificate a rischio basso tranne tre: Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise, a rischio moderato. Tutte le Regioni e province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo 1», emerge ancora dal report. Nessuna regione supera la soglia critica di occupazione di posti letto: «Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 6%, sotto la soglia critica. Con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 688 a 504». Infine, sono 1.197 i nuovi contagi da Coronavirus registrati ieri in Italia secondo il bollettino della Protezione Civile, 28 i morti. Nella giornata di sabato sono stati fatti 249.988 tamponi con un indice di positività allo 0,5%.