La politica estera di Di Maio è un disastro, Difesa in allarme: «Nuoce alI’Italia». Scoppia la polemica

14 Giu 2021 14:09 - di Redazione
Di Maio

Quante gatte da pelare dal mondo arabo. Per un Matteo Renzi accusato di eccessiva disinvoltura nei confronti della dinastia saudita, c’è un Luigi Di Maio che per il suo atteggiamento con l’Egitto genera allarme nella nostra Difesa. A riferirne, in un servizio che registra forti malumori nel governo a causa del blocco di alcune commesse con Il Cairoil Giornale.it. Forniture bloccate nonostante contratti già firmati e già muniti del via libera della Difesa. Non solo Egitto, ma anche Emirati arabi e Arabia Saudita. A soffrirne sono soprattutto le imprese italiane. Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario Giorgio Mulè sostenendo la necessità di riformare la legge 185 sullexport militare.

Di Maio nel mirino di Lega e FI

Già in passato il forzista aveva attaccato Di Maio, definendolo «incapace» di intessere «relazioni stabili» dall’altra parte del Mediterraneo. All’epoca, meno di un anno fa, si parlava di migranti. Ora, però, c’è anche dell’altro, come dimostrano le parole della leghista Stefania Pucciarelli, l’altro sottosegretario alla Difesa. «Il problema del ministero degli Esteri – spiega – è a 360 gradi». E sgrana un rosario che va dalle aggressioni libiche ai pescherecci italiani al mancato permesso di sbarco della salma del comandante della nave Ital Libera. «In ogni partita dove c’è di mezzo il ministero degli Esteri – incalza – è un pianto». Dall’immobilismo della Farnesina targata Di Maio non si salva neppure l’Uama (Unità per le autorizzazioni per i materiali di armamento). «Ci sono aziende e famiglie che rischiano il posto di lavoro», è l’allarme della Pucciarelli.

Crosetto: «Siamo perdendo Pil anche in altri settori»

Parole, le sue, che trovano conferma in quelle di Guido Crosetto, presidente di Aiad (Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la Difesa e la Sicurezza). A suo giudizio, «nessuna nazione al mondo blocca contratti in essere». Il problema è molto più serio, visto che parliamo di Paesi che considerano la mancanza di cooperazione una presa di posizione sul rapporto tra le nazioni. «Il no in quel settore – spiega infatti Crosetto – significa interrompere la cooperazione a 360 gradi con l’Italia. Sanno benissimo – prosegue – che non è una scelta industriale, ma politica. Stiamo perdendo quindi molto economicamente e come Pil, anche al di fuori del settore della Difesa». Di Maio, insomma, sta nuocendo all’Italia.

 

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